La 12° edizione del Festival di Kustendorf ha chiuso la sera del 16 gennaio in concomitanza dell’arrivo di Vladimir Putin il giorno dopo a Belgrado. Citiamo l’argomento, perché l’ultima giornata si respirava grande eccitazione sia per la cerimonia finale sia per l’arrivo del Premier russo anche a livello organizzativo, essendo chiamati a partire al mattino presto per il traffico previsto a causa dei controlli.
Sebbene, onestamente, noi che viviamo nell’UE e siamo avvezzi a rigidi protocolli antiterrorismo, non abbiamo notato nessuna applicazione di norme eccezionali, se non una sincera atmosfera festaiola.
Dobbiamo inoltre senz’altro dire che anche il nostro Emir Kusturica è partito presto per essere formalmente ricevuto da Putin, il cui appuntamento principale è stato poi con il Premier serbo Aleksandar Vucic. Abbiamo notato dei pulmann organizzati muovere dalla Serbia sudoccidentale verso la capitale, nel tentativo di vedere Putin.
Dalle informazioni raccolte, Putin piace ai serbi per quanto concerne la politica estera, ma non per quella interna considerata troppo repressiva; d’altro canto la Serbia, a livello di assetto sociale, è un paese molto ammodernato che non ha nulla da invidiare all’UE.
Ora tralasciando il lungo excursus, certamente doveroso, torniamo alla nostra cerimonia conclusiva della 12°edizione del Festival di Kustendorf. La cerimonia è stata d’una bellezza commovente, con balli tradizionali eseguiti alla perfezione, con dei costumi dai colori caldi tipici di questa area del mondo. Particolarmente toccante è stato il contributo canoro del gruppo di Svetlana Spajic, gruppo che intona a cappella canti tradizionali serbi della regione di Zlatibor e del Kosovo. Ascoltarle, in quanto sono tutte donne, assurge a funzione catartica, tanto è profondo il trasporto che effondono nel proporre al pubblico canti d’una tradizioni secolare.
Kusturica è stato poi insignito d’un premio da parte di un’associazione del Sud-Africa a motivo del suo impegno sociale. A seguire la premiazione dei Cortometraggi in concorso e poi come ogni anno, la festa per gli ospiti presso il ristorante Visconti ancora con i canti tradizionali che tanto ci commuovono. Presente l’affermata cantante Cakana.
La serata per coloro che erano in partenza dalla cima dell’incantevole montagna di Tara si è chiusa qui, con grata gioia e quella punta di malinconia nel lasciare un colto festival d’alternativa e dei luoghi che appaiono cristallizzati nel tempo a noi che abbiamo il cuore avvezzo all’orrore delle metropoli d’Occidente. Torneremo ancora, perché il lavoro di Emir Kusturica e di tutto il suo staff è notevolmente prezioso ed ha sempre frammenti di bellezza da offrirci, di cui abbiamo proprio bisogno.
Romina De Simone