Sabato 26 ottobre dalle ore 9 alle 13 presso il Salone dei Congressi, si celebreranno i 50 anni della radioterapia del Galliera
Nel 1969 nasceva il Servizio di Radioterapia dell’E.O. Ospedali Galliera, primo reparto autonomo di questa Specialità in Liguria ed uno dei primi a diventarlo in Italia, in un momento di particolare sviluppo e rinnovamento dell’Ospedale. Questa autonomia ha permesso una rapida evoluzione della disciplina che rappresenta oggi più che mai un presidio essenziale nella cura dei tumori. Tra i primissimi in Italia, presso la Radioterapia del Galliera, sono state sviluppate metodiche speciali come l’irradiazione totale corporea per il trapianto di midollo osseo, l’irradiazione personalizzata per i linfomi di Hodgkin, la radioterapia pediatrica, l’ipertermia elettromagnetica, la brachiterapia ad alta intensità di dose, la radiochirurgia e la radioterapia stereotassica, l’irradiazione totale cutanea con elettroni che hanno portato e continuano a portare al Galliera pazienti da un bacino di utenza regionale e nazionale.
Le persone sono state importantissime per questo sviluppo: medici, sotto la guida del Prof. Franco Bistolfi, Primario Emerito del Galliera tra i quali diversi sono anche andati a dirigere nuovi reparti di radioterapia in Liguria e fuori regione, tecnici di radiologia, infermiere, amministrativi e fisici sanitari che, dotati poi di un servizio autonomo dal 1979, hanno garantito la qualità delle apparecchiature e la misura della dose al paziente nei piani di cura radioterapici.
Questi “primi 50 anni” rappresentano una sorta di giro di boa importante che vede il reparto sempre più proiettato in una realtà sanitaria dove la cura dei tumori con radiazioni ionizzanti e non, a dosi sempre più alte, ma con il massimo risparmio dei tessuti sani rappresenta una modalità fondamentale di cura dei tumori. Questo, in una realtà ligure con una popolazione lungo sopravvivente e con le sue fragilità, ci impegna a mantenere una particolare attenzione nella conservazione della umanità delle cure stesse e nel rapporto con i pazienti anche nelle applicazione di tecnologie così complesse.