Ha chiuso due giorni fa il 60. Salone Nautico Internazionale di Genova, che ha accolto 71.168 visitatori in sei giorni e 824 brand in esposizione su una superficie di oltre 200.000 mq tra spazi a terra e in acqua di cui il 90% all’aperto.
Rispetto all’edizione precedente si registrano oltre 100.000 visitatori in meno, a causa dell’emergenza sanitaria, che ha penalizzato molto anche gli ospiti stranieri.
Questi numeri, però, secondo Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica, parlano comunque del “miracolo che è stato fatto” nel realizzare una manifestazione che ha coniugato sicurezza ed efficienza. Il Sindaco della città, Marco Bucci, lo ha definito “il Salone del coraggio” e si dichiara contento di avercela fatta, dimostrando al mondo che “Genova è capace di fare sistema”. Da quando c’è il virus è stato il primo Salone Nautico del mondo a riaprire ed è rimasto l’unico in Europa nel 2020, dato che il Monaco Yacht Show, il Cannes Yachting Festival e il Salon Nautic de Paris sono stati annullati.
Purtroppo, sono comunque lontani i tempi gloriosi in cui per questo evento si bloccava la città. Sin dal primo giorno, il 1° ottobre, si ha l’impressione del deserto e dell’assenza, mentre abbondano le forze dell’ordine, per proteggere i rappresentanti del Governo italiano, come il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, intervenuti all’inaugurazione.
Anche il bel logo del 60° Salone lascia, però, sperare nel futuro, dato che contiene nel numero il simbolo dell’infinito, suggerito dalla scia di due barche a motore. All’ingresso misurano la temperatura ai visitatori e le pattumiere sono verniciate di azzurro. Con l’amica che mi accompagna inizio a perlustrare lo spiazzo sotto la tensostruttura, dove c’è spazio in abbondanza, perché non si creino pericolosi assembramenti.
Nel settore Living the Sea, facciamo la prima sosta da Sperry, il marchio americano iconico per le scarpe da vela che prediligo, create da Paul Sperry con la suola antiscivolo nel 1935. Per i tempi furono una grande innovazione tecnica e le Authentic Original Top-Sider (in gergo A/O) con pelle conciata, allacciatura a 360° intorno al collare e suola in gomma divennero le scarpe della Marina Americana, amate, poi, dai Kennedy e altri personaggi simbolo.
Da Jobe, azienda olandese dedicata agli watersport, un ragazzo gentile racconta in inglese le particolarità dei loro nuovi Electric SUP. Il piccolo motore si inserisce nella tavola gonfiabile e vanta 3 ore di autonomia alla velocità di 2 nodi; può navigare a 3 velocità diverse, fino a 2,7 nodi (5,5 km/h) con pulsantini comandabili dal remo. La funzione appare molto pratica come ausilio per andare contro corrente o se il vento rinforza. In questi E-Duna la pompa elettrica integrata può gonfiare il SUP al posto nostro, anche se ciò riduce di un terzo l’autonomia. La tavola ripiegata è trasportabile in uno zaino dry e la garanzia copre 3 anni.
Jobe offre anche un vasto campionario di towable, i gonfiabili trainabili oggi così di moda, coloratissimi e di tutte le forme, persino a sofà e a divano, a ciambella e a slitta: ci si va da soli, in due o più persone, sdraiati, seduti, in ginocchio, facendosi tirare sull’acqua da una barca. Sono dotati di maniglie e di attacchi rapidi per le cime. Ci piacciono queste nuove tendenze, come l’Infinity Collection per estendere in acqua la propria barca con isole galleggianti modulari, piattaforme gonfiabili o infinity pool, che permettono di fare il bagno protetti dalle meduse o tenere i bimbi a vista.
Riscontriamo che i servizi, al Salone, sono efficienti. Si può pranzare all’aperto, nella stessa zona verso il mare, velocemente, bene e con una buona organizzazione logistica. Riprendendo il percorso, scopriamo il marchio Toio, genovese, che ha sede in città, ma vende i suoi prodotti on line. È dedicato alla progettazione e realizzazione di abbigliamento sportswear e tecnico per professionisti e amanti della vela. Si avvale dell’esperienza trentennale del suo ideatore, che aveva fondato la Slam.
Cambiamo zona e, alla Banchina A del settore Boating Discovery, mi colpiscono, più di tutte, le imbarcazioni di Invictus Yacht, la cui nuova ammiraglia, la TT460 di 14 m, non a caso, vincerà poi il Design Innovation Award nella categoria “Imbarcazioni a motore da 10 a 24 metri”. Il premio, istituito da Confindustria Nautica e I Saloni Nautici con l’obiettivo di sostenere e incoraggiare l’eccellenza della nautica, è stato assegnato dalla giuria di esperti internazionali in occasione del debutto dello yacht a questo Salone, per la cura nel dettaglio e la forma innovativa delle linee disegnate da Christian Grande. Il parabrezza elegante trova continuità nell’hardtop in carbonio, slanciando ulteriormente la massa del nuovo modello del cantiere sul Mar Ionio, in provincia di Catanzaro. È molto bello anche l’11 m, il GT370, disegnato sempre da Christian Grande con la tipica prua mezzo rovesciata.
Perlustriamo, poi, il Padiglione B, salendo al secondo piano, nel settore riservato al Tech Trade, dove visitiamo per curiosità qualche stand tecnico di strumentazione elettronica, come quello dell’azienda genovese San Giorgio SEIN, che progetta e produce sensori, strumenti e sistemi di automazione per applicazioni navali professionali e diporto. Ci diverte sempre vedere anche le aree dedicate alle forze armate, in particolare della Marina Militare, degli Incursori (Comsubin) e dei Carabinieri Subacquei, che esibiscono modelli di imbarcazioni e molto materiale tecnico e storico, sia sui manichini che in bacheche dedicate.
Fanno bella mostra di sé, in una teca, oggetti della subacquea ormai musealizzati: le maschere Cressi Pinocchio e Ostrica e l’erogatore monostadio Cressi modello Mistral. Quando passa di qui il Ministro Paola De Micheli, gli uomini e le donne in divisa si mettono tutti sull’attenti.
Al piano terra, invece, nel settore Boating Discovery, adocchiamo uno Zar-Tender di Zar Formenti (Motta Visconti, MI), che ci colpisce per la sua bella linea sportiva. Per una cifra intorno ai 16.000 € (+ iva) ci visualizziamo a bordo di uno ZF-0 – la mia amica e io –, capelli al vento, a sfrecciare sull’acqua. Lungo 3 m, largo 1,80, questo gommone di alta gamma, il più piccolo di una serie di cinque, presenta una carena a “V” profonda; è performante e funzionale e ha una grande capacità di stivaggio. Può accogliere comodamente quattro passeggeri ed è molto curato nei dettagli, con le 5 maniglie per tenersi e le 4 bitte a scomparsa.
Facciamo una passeggiata sui moli e le banchine all’aperto, commentando le barche e i marchi. Ferretti Group è presente con la sua nuova Security Division, cioè la business unit dedicata al settore sicurezza. Parecchi uomini in divisa brindano alla consegna ufficiale all’Arma dei Carabinieri della prima motovedetta d’altura FSD N800 per il pattugliamento e la salvaguardia delle nostre aree marine.
Sulle imbarcazioni della ligure San Lorenzo, tra i toy a bordo si nota la stilosa Ciclotte Bike, risultato di una ricerca estetica ispirata a ergonomia ed essenzialità, realizzata con materiali high-tech come carbonio, acciaio e fibra di vetro. Il design del telaio minimal si adatta alle 5 posizioni dello spinning. Alle sue linee estreme si può aggiungere il supporto per smartphone e tablet, per animare la pedalata con video e musica, ma anche con la simulazione di percorsi grazie all’app dedicata.
Infine, osserviamo attentamente anche noi il megayacht Benetti Oasis 40M, l’ammiraglia del Salone. Un capannello di gente e di operatori della stampa è accalcata davanti alla poppa, vera e propria “beach area” sulla quale si staglia la bellissima infinity pool. Ai lati di questa “oasi di benessere” si aprono le due ali che estendono la zona fino a 11 m di larghezza. Lo yacht consuma relativamente poco: 100 l/h di carburante a una velocità di crociera di 11 nodi. Il timone è ridotto praticamente a una rotella orizzontale. La cabina armatoriale è a tutto baglio, con letto non centrale, ma sulla murata di sinistra e rivolto a poppavia. La nave può ospitare 11 persone nelle diverse cabine.
Giovanna Vitelli, vice presidente del Gruppo Azimut Benetti, da una parte si stupisce per il boom di vendite di barche avvenuto tra la primavera e l’estate – di cui tante di metraggio superiore ai 24 m –, ma dall’altro capisce che questi spazi galleggianti, proprio in questo periodo, permettano di “fuggire e trovare sicurezza”, scegliendosi i (pochi) compagni di viaggio. Al lusso elegante deroga anche il campione americano di offshore al quale appartiene lo yacht “Rebeca” in esposizione, consegnatogli a fine agosto. La quattordicesima unità è attualmente in trattativa.
Lasciamo il Salone un po’ sognanti. Linda Kaiser