“La tassa di soggiorno in Liguria? Una vera e propria giungla in cui ogni comune ha regole e applicazioni molto diverse tra loro, sia a livello di tariffe che di durata, come il MoVimento 5 Stelle aveva denunciato in tempi non sospetti. Risultato? Il caos.
Che non solo non arrecherà benefici al settore turistico regionale, ma rischia addirittura di mettere in crisi tour operator, agenzie di viaggio e addetti ai lavori. È paradossale una tale discrepanza (con differenze di imposte fino a 3 volte) in Comuni che si trovano a breve distanza tra loro, come nel caso del Tigullio, spezzato arbitrariamente in due tra Occidentale e Orientale”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale del M5S, il rapallino Fabio Tosi.
“L’unico a non essersi accorto del problema – ha aggiunto Tosi – sembra essere l’assessore al Turismo Berrino, a cui abbiamo chiesto tempo fa di intervenire per regolamentare la tassa di soggiorno e porre fine a questo spezzatino. Pur restando fermamente contrari all’adozione di questo balzello, siamo consapevoli che, allo stato attuale, non si può tornare indietro, ma certo è possibile ragionare su una nuova regolamentazione della tassa che individui tariffe e durate univoche almeno provincia per provincia, ponendo un argine all’attuale giungla.
Se sul fronte dell’applicazione ancora non ci siamo, constatiamo, tuttavia, positivi passi avanti sul futuro reinvestimento delle risorse. L’assessore Berrino ha dichiarato che gli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno saranno utilizzati espressamente per il turismo ligure.
Un bel passo avanti, almeno a parole, che va nella direzione di una nostra mozione, in aula a fine gennaio, per la trasparenza delle cifre derivanti dall’imposta e il relativo utilizzo, voce per voce, di questo tesoretto in ambito turistico. A questo in Aula ci attendiamo da Berrino un voto favorevole alla nostra proposta. Solo così la tassa di soggiorno non sarà semplicemente l’ennesimo balzello inutile ma darà davvero un impulso concreto a un settore che vede la Liguria fanalino di coda italiano a livello di crescita”.