Caso scontrini. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino (Pd) oggi è stato condannato in appello a due anni di reclusione. In primo grado era stato assolto. E’ accusato di peculato e falso.
L’esponente del Pd, che è nato a Genova, dove ha ancora alcuni parenti e amici nel suo quartiere di Albaro, ha lasciato la Corte d’Appello di Roma senza rilasciare dichiarazioni. Nei confronti di Marino il pg aveva sollecitato una condanna a due anni e mezzo di reclusione.
I giudici hanno però confermato l’assoluzione dall’accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine.
La vicenda giudiziaria riguardava una cinquantina di cene pagate con la carta di credito che gli fu rilasciata durante il suo mandato dall’amministrazione capitolina.
L’ex primo cittadino di Roma in serata ha parlato di sentenza politica: “La Corte di Appello di Roma oggi condanna l’intera attività di rappresentanza del sindaco della Città Eterna. In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare. Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio”.