GENOVA. 17 GENN. Sta ottenendo un grande successo di pubblico ed ha incuriosito tanti critici la bella mostra dedicata a Rubaldo Merello in corso di svolgimento (fino al 4 febbraio) a Palazzo Ducale. Si tratta di un evento di grande rilievo (insieme all’ altra importante mostra dedicata sempre a Palazzo Ducale a Picasso ed aperta al pubblico fino al 6 maggio) che cerca di riaffermare il ruolo primario del pittore genovese nel panorama artistico italiano dalla seconda metà dell’ Ottocento fino all’ avvento al potere del Fascismo.
“Merello – spiega Adalberto Guzzinati giornalista e critico d’arte- è
una delle figure più importanti della storia della pittura italiana tra Ottocento e Novecento. La mostra di palazzo Ducale è un lodevole contributo d un artista che soprattutto nella seconda metà del Novecento era stato spesso sottovalutato. Oggi assistiamo invece ad un rinnovato interesse sia degli storici dell’arte, sia del mercato e dei collezionisti, per questo maestro che si è sempre mosso con grande personalità ed estro fra il divisionismo ed il simbolismo”.
Oltre alle opere più rappresentative del Merello (Isolato Valtellina, 16 luglio 1872- Santa Margherita Ligure, 31 gennaio 1922)
si possono ammirare anche pezzi di rilievo di altri artisti che ne contestualizzano la produzione artistica. Fra questi i nomi illustri di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Plinio Nomellini e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Merello, che è considerato uno dei più grandi paesaggisti della storia dell’ arte ligure, elaborò una personalissima visione introspettiva della natura.
La mostra dal titolo ‘Rubaldo Merello tra Divisionismo e Simbolismo’ offre l’ opportunità agli amanti dell’arte di ammirare oltre 200 opere divise in 12 sezioni: “Si tratta- spiegano gli organizzatori- di un evento di grande livello, di una esposizione sontuosa nell’ allestimento e nel contenuto. Una occasione non solo per ammirare i capolavori di Merello, ma anche quelli dei principali simbolisti e divisionisti italiani a lui contemporanei”.
Una occasione dunque imperdibile per coloro che non conoscessero ancora il Merello per ammirare opere plastiche, grafiche e pittoriche e per fare un viaggio nel variegato mondo artistico della fine dell’ Ottocento.
“La mostra- spiegano i curatori Matteo Fochessati e Gianni Franzone- annovera anche opere di Chini, Bistolfi, Guerello, Sexto Canegallo, Vittore Grubricy, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Lori ed Olivari. Da notare soprattutto alcune opere plastiche di Merello come la splendida ‘Statua del dolore’ cui è dedicata una intera sala che ospita le bellissime sanguigne preparatorie e i disegni raffinati che hanno portato all’opera finita”.
Questo l’orario: dal martedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19. (Ingresso:10 euro; ridotto 8; speciale 5 e scuole 4 euro).
CLAUDIO ALMANZI