Cinque giorni alla ripresa del torneo per il match con la Juventus.
E a Pegli si è entrati nel vivo della preparazione, mixando teoria e pratica con un articolato menù. Per il gruppo capitanato da Perin, in corsa a pieno titolo numeri e statistiche alla mano per la successione tra i pali della Nazionale, il giorno in cui il suo idolo Buffon deciderà di dismettere i guanti, è stata una giornata ad alta intensità per ritrovare il ritmo che aveva caratterizzato le performance delle partite prima della sosta. In quest’ultimo periodo il Genoa ha tra l’altro aumentato di parecchio la media gara di chilometri percorsi.
Sul terreno di gioco in condizioni smaglianti dopo il maquillage a cui è stato sottoposto, mister Ballardini ha diretto le operazioni suddivise in diverse fasi di sviluppo. Terminata la riattivazione con il riscaldamento, sono stati effettuati lavori con la palla per possesso e poi condizionamento, seguiti da una partitella a metà campo caratterizzata da un accentuato spirito agonistico. Non si è andati per il sottile a vedere dagli scontri fortuiti di gioco. Maglie blu contro pettorine verdi. Non è stata per nulla facile neanche per il direttore di gara incanalare il match al riparo dopo una velleitaria e ‘simpatica’ contestazione, a causa di un calcio di rigore accordato. Niente Var per ora al campo di allenamento.
Ci ha pensato proprio Perin a mettere tutti, o quasi, d’accordo, con una delle sue parate in repertorio neutralizzando il penalty, anche se alla fine è stata invece la squadra di Lamanna, il para-rigori per antonomasia in casa Genoa a spuntarla tra i frizzi e i lazzi che si sono sprecati al triplice fischio. Per alcuni attaccanti, seguiti da uno specialista come il collaboratore tecnico Murgita, una sfilza di conclusioni in porta da diverse angolazioni per allenare la mira e scaldare il piede. Non ci sono novità sul fronte infermeria.