Che fosse un fedelissimo del cinema d’autore, si ricorderà di come Paolo Sorrentino fosse proprio qui al Festival di Kustendorf nel 2014, una decina di giorni prima del conseguimento dell’Oscar (3 marzo 2014) che l’ha ufficialmente consacrato come maestro del cinema contemporaneo, alla stessa stregua dei “grandi” del passato.
Quattro anni fa visionammo “La Grande Bellezza” (2013), con un misto di commozione e stupore verso un’opera cinematografica tanto riuscita nella sinergica commistione di sceneggiatura, regia, montaggio e colonna sonora; emozioni presaghe del futuro, meritatissimo Oscar.
In chi non fosse un addetto del mestiere, desterebbe meraviglia la frequentazione serba da parte del nostro Premio Oscar, ma Sorrentino ci confida d’amare molto il Festival di Kustendorf e di coltivare un reciproco legame di stima ed amicizia con l’altro grande cineasta, Emir Kusturica, che di questa proficua manifestazione è l’autore assoluto. Nel 2016 Sorrentino è assente, tuttavia nonostante il gelo persistente di quell’anno, a Kustendorf incontriamo il suo affermato producer Nicola Giuliano che ci intrattenne in un workshop di allora parlandoci del film “Youth”.
Ieri ancora una volta il maestro Paolo Sorrentino si aggirava nel locale dal nome Visconti, prima di tenere un lungo workshop, destinato a studenti in cinematografia, ospiti ed infine giornalisti. C’è stato grande fermento, perché i serbi adorano Sorrentino!
Molte le domande. Sull’attuale film in produzione concernente la figura di Berlusconi chiaramente Sorrentino non si può ancora esprimere, sebbene emerga che la visione dell’Italia da un altro lembo di mondo sia differente. Uno studente dichiara “The bunga-bunga is funny”, Sorrentino replica che “The bunga-bunga isn’t funny”, ma chiaramente questa è una storia tipicamente nostrana.
Come ciò che riguarda il Vaticano. Ieri è stato proiettato il primo episodio della serie televisiva The Young Pope, serie che in Italia è stata trasmessa in prima visione assoluta sul canale satellitare Sky Atlantic, accolto dall’interesse di tutti i presenti. Saprete che la serie parla di un giovane papa americano, interpretato da un Jude Law dallo sguardo diabolico, il quale sale al pontificato con il nome di Pio XIII e che, dopo un’infanzia segnata dal trauma dell’abbandono genitoriale, diverrà un religioso narcisista e dispotico, certamente in lotta con la propria fragilità, data dall’essere un uomo, nonostante il ruolo.
In Serbia è ben radicata la Chiesa Ortodossa, peraltro interessantissima dal punto di vista rituale, sicchè qualcuno dalla platea domanda a Sorrentino quale sia la reazione del Vaticano e se non la tema. Sorrentino replica dicendo che dal Vaticano non c’è stata alcuna reazione e che, anzi, un addetto stampa della Santa Sede ne avrebbe espresso una nota positiva.
D’altronde, prima che della corruzione della società, è della decadenza del cuore umano che Sorrentino sembri proprio parlare con forza nelle sue opere filmiche. Lui stesso nel workshop di ieri dichiara che sicuramente raccontare personaggi che attraversano la solitudine e la sofferenza, offra un impatto cinematografico maggiore.
Sempre a proposito de The Young Pope, Sorrentino asserisce d’essere molto attratto dai simulacri religiosi, ma di non saperne esternare la ragione.
La conversazione prosegue brillante, finchè si affaccia un’altra piacevole sorpresa. Dal pubblico si alza Mijrana Ognjanovic, editor per Boka Edizioni, che ha curato la traduzione in lingua serba del libro di Sorrentino “Hanno tutti ragione”, Feltrinelli Editore, traducendolo in “Svi su u pravu”. Ha salutato Sorrentino e la platea ed ha poi iniziato a distribuire gratuitamente il citato libro agli studenti, sotto il sorriso affabile del maestro.
Sorrentino è poi dovuto letteralmente volare via con l’elicottero che Kusturica mette a disposizione per alcuni ospiti, alla volta di Belgrado e poi di Roma.
I presenti sono rimasti evidentemente entusiasti, perché la generosità artistica ed umana che contraddistingue il nostrano Premio Oscar, arriva dritta al cuore.
Senz’altro incontreremo ancora Paolo Sorrentino al Festival di Kustendorf, manifestazione sempre densa di bellezza culturale, di cui c’è davvero bisogno ed in merito, non possiamo che ringraziare il Professore Emir Kusturica che effonde strenuo impegno per “costruire ponti”, per dirla nel segno di Ivo Andric.
Romina De Simone