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Fine vita a Lugano per 60enne genovese: pm apre inchiesta, Svizzera nega nomi medici

Omicidio Pontedecimo, il vigile presente si difende davanti al pm
Tribunale di Genova (foto d'archivio)

La procura di Genova ha aperto un’indagine sulla cosiddetta “morte assistita” di una genovese 60enne affetta da una grave patologia neurologica, che nel 2016 decise di porre fine alla sua vita in una clinica svizzera.

Il pm nei giorni scorsi ha ipotizzato il reato di “omicidio del consenziente” a carico di ignoti e ha avanzato rogatoria alla Svizzera per poter eventualmente indagare i medici elvetici che hanno compiuto le operazioni necessarie.

Tuttavia, la Confederazione elvetica, nazione che non prevede quel tipo di reato, ha negato l’accesso ai nomi dei camici bianchi e di eventuali altre persone coinvolte.

La 60enne, affetta da patologia grave e disabilitante, aveva deciso all’insaputa dei familiari, di contattare un’associazione di Lugano che si occupa di “fine vita”.

Una volta stabilita data e modalità, la genovese si sarebbe fatta accompagnare da un’ambulanza in Svizzera.