Il “frame” del presunto accoltellamento nei filmati delle telecamere sequestrate dalla Digos non ci sarebbe, ma la procura di Genova ha indagato tre giovani con l’ipotesi di reato di tentato omicidio a seguito dell’aggressione a un 36enne Antifa, avvenuta nei pressi di piazza Tommaseo la sera di venerdì 12 gennaio.
L’attivista antifascista sarebbe stato accoltellato da una sola persona.
L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta nei giorni scorsi ed è trapelata soltanto oggi da ambienti vicini alla procura.
Gli indagati risultano giovanissimi appartenenti o simpatizzanti di CasaPound.
Secondo il pm, quella sera avrebbero aggredito, insieme ad altri giovani di estrema destra, alcuni antagonisti che stavano facendo volantinaggio vicino alla sede di CasaPound in via Montevideo.
In un primo momento, il 36enne accoltellato si era recato al Galliera, dichiarando di essersi ferito in altro modo. Poi aveva denunciato l’accoltellamento, pubblicando anche una foto su Facebook. I militanti di CasaPound hanno sempre respinto le accuse, spiegando di essere stati a loro volta minacciati dagli Antifa.
Il numero degli indagati potrebbe salire perché gli investigatori della Digos stanno continuando a interrogare numerose persone e non è escluso che altri giovani siano indagati per concorso in tentato omicidio o per favoreggiamento.
Intanto, dopo le elezioni politiche sono attesi i risultati della perizia medico legale, affidata a un esperto dell’Università di Torino, che deve analizzare la dinamica dell’aggressione e la tipologia della ferita. A seconda dell’esito della perizia, l’ipotesi di reato potrebbe essere quindi riformulata da tentato omicidio a lesioni.