Racconta chi lo osservava attraversare i chilometri di portici, o a passeggio a filo delle torri cittadine, che la sua stazza, sebbene non corazzata come ora, non passasse esattamente inosservata. L’uomo Hulk del Grifone aveva già stipulato, se non un patto, il primo accordo con il ‘diavolo’. Già allora gli avversari, quando facevano a sportellate, vedevano i sorci verdi. Dieci anni fa Andrey Galabinov, uno degli ex della sfida allo stadio Dall’Ara, giocava nella Primavera del Bologna. Mangiava piattate di pasta (“al ragù, come no: tagliatelle tutta la vita, più che tortellini…”), sfondava reti di potenza. O precisione. Un campionario a tutto tondo. Finì la stagione in doppia cifra. Rinvio del portiere, stop di petto, palla a terra. E poi? Appoggio al compagno che permetteva alla squadra di salire. Quindi riemergeva lassù. In quella riserva di caccia denominata area di rigore. Ricorda qualcosa? Bontà sua. I cromosomi dello sportivo doc. Famiglia di campioni per medaglie e costituzione.
A vedere come il sedile della Freccia Rossoblù, il pullman di proprietà, fatichi a contenere il volume delle spalle, può scattare una certa invidia, cari colleghi e comuni mortali. Nel tempo l’uomo Hulk del ‘Vecchio Balordo’ ha maturato esperienze, viaggiando in lungo e in largo. Si è aperto numerose porte. Da anni è convocato in Nazionale. Guai però a vederselo venire incontro per strada. Anche se è una pasta d’uomo, meglio cambiare marciapiede. Non rischiare il ricovero, nel caso finiate per darci una facciata dentro. Tutti giù per terra. “Ho solo ricordi belli di quel periodo trascorso a Bologna. Vivevo a Casalecchio in un piccolo appartamento. Avevo 18 anni, i miei sogni. Quell’anno il Bologna, se non ricordo male, venne promosso dalla B alla A. Venni aggregato alla prima squadra, mi allenavo con i grandi. Non che fossi piccolino, quello no. Sabato ci aspetta una gara difficile. Noi siamo carichi e veniamo da un ottimo periodo. L’importante è restare umili, correre come chiede il mister. Tre vittorie di fila hanno sicuramente migliorato le prospettive, non deve cambiare però il nostro atteggiamento”.