Appuntamento da non perdere per tutti i fans di Eric Clapton, oggi al cinema Mignon di Chiavari. La sala di Via Martiri della Liberazione (Carruggio dritto) proietterà infatti alle ore 15 ed alle 17.20 “Eric Clapton: life in 12 bars”, film – documento di Lili Fini Zanuck interamente dedicato al grande chitarrista inglese.
La sua vita tormentata, ma confortata dal blues:
«Fin da bambino sapevo di essere diverso, ma non sapevo perché.» Queste sono le parole di Eric Clapton, che si possono ascoltare vedendo il documentario Life in 12 Bars. Sono le parole di un uomo che ha un immenso talento, contornato di oscurità e un grande amore per il blues perché è una musica che rappresenta la sublimazione del dolore.
Il documentario è composto da 135 minuti di immersione profonda nel mistero di un artista inquieto e introverso che ha il dono di capire quello che nessun musicista bianco, si pensava potesse comprendere. Il leggendario Muddy Waters lo dice chiaramente: «I bianchi possono imparare a suonare la chitarra, ma non riusciranno mai a cantare il blues. Non hanno abbastanza anima perché non hanno sofferto abbastanza.»
Eric Patrick Clapton, quella musica non solo l’ha capita, ma ha anche contribuito a restituirla al mondo intero e a lanciarla al successo, senza mai prendersene il merito, inseguendola con la dedizione di un purista assoluto. La prima immagine di Life in 12 Bars è un video in cui Clapton dice:
«Se non lo conoscete vi consiglio di cercare e ascoltare l’album Live at the Regal di B.B.King. Contiene tutto quello che c’è da sapere sul motivo per cui ho iniziato a suonare la chitarra». Comincia così il racconto dettagliato della vita dell’artista, con un ritmo solenne alternato da immagini inedite di un’esistenza segnata dalla ricerca incessante di un’identità e dal bisogno, non solo di essere amato ma anche di non essere rifiutato.
Il sottofondo musicale, risuona lungo tutta la ricostruzione meticolosa dell’infinita e complessa carriera di Clapton; la sua vita è racchiusa nel film documentario Life in 12 Bars e spiega la caratteristica fondamentale della sua esistenza: la sua identificazione con il blues che, con il passare del tempo, si trasforma in un amore ossessivo per questa musica. Breve storia della vita di questo artista:
Eric Clapton è nato a Ripley, un paese di campagna nel sud dell’Inghilterra il 30 marzo del 1945, cresce serenamente fino a quando a nove anni scopre che quella che pensava fosse sua madre, Rose Clapton, in realtà è sua nonna, l’uomo che chiama papà, Jack Clapp, è il secondo marito di nonna Rose e la sorella maggiore Patricia Molly che non ha mai conosciuto e di cui ogni tanto sente parlare in famiglia, ma di nascosto, è la sua vera madre.
Patricia lo ha avuto a 16 anni da un soldato canadese partito subito per la guerra e poi rientrato in Canada, dove guarda un po’, era già sposato e così lo ha abbandonato. Un giorno Patricia Molly torna a Ripley con altri figli, Eric le chiede se ha intenzione di fargli da madre e lei risponde: «No. Con tutto quello che hanno fatto per te, puoi continuare a chiamare Rose e Jack mamma e papà».
Questa aridità di sentimenti, molto comune in una generazione di inglesi nati durante la Seconda Guerra Mondiale, è la chiave di lettura di tutto il documentario sulla vita di questo artista. ABov