“Dopo la disfatta del 4 marzo il Pd è un partito non solo in difficoltà, ma che sembra non avere la minima idea di come rispondere a un passaggio storico chiave per la nostra democrazia. Non è un caso. La disfatta del 4 marzo è la disfatta di un progetto politico pensato ancora per l’epoca dei grandi partiti di massa. Quell’epoca è finita”.
Lo ha dichiarato oggi il “pop-filosofo” Simone Regazzoni, che oggi ha annunciato di lasciare il Pd dopo che alcuni giorni fa aveva già riferito di essersi dimesso da membro della direzione del Partito Democratico genovese.
“Il Partito Democratico – ha aggiunto Regazzoni – è al capolinea, ma il suo gruppo dirigente non è in grado di elaborare il lutto e fare un passo avanti verso il futuro, attraverso la costituzione di un nuovo soggetto politico.
Siamo al grado zero dell’analisi e delle idee condito con una retorica dell’unità che significa solo tatticismo, riposizionamenti e, nei fatti, immobilismo.
Mentre la storia, fuori, continua a correre. Il Pd non se ne accorge, perché la realtà con i suoi bisogni è qualcosa che ha perso di vista da troppo tempo. La linea di questo Pd frastornato è chiara. Aspettiamo che gli altri falliscano e gli elettori torneranno da noi. Ed è una linea suicida.
A Genova ieri una parte dell’area renziana ha chiesto un congresso regionale e provinciale attraverso cui mettere in moto una fase costituente verso un nuovo soggetto politico, ma come è sistematicamente accaduto in questi anni dopo ogni sconfitta, anche questa richiesta di rinnovamento radicale è stata stoppata.
A livello provinciale e regionale i soliti noti, con l’alibi dell’unità, metteranno le macerie sotto il tappeto per continuare a gestire un potere ogni giorno più insignificante. Faccio politica per passione, donando il mio tempo e senza aver mai chiesto niente in cambio. ‘Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà’. Per questo oggi credo sia giusto per me lasciare il Pd. Ringrazio tutte le persone con cui in questi anni mi sono confrontato. Lascio il Pd, non la politica”.