Sabato scorso si è tenuto un incontro tra alcuni dei principali protagonisti della società chiavarese, messi a confronto dall’intermediazione offerta dalla Diocesi di Chiavari organizzatrice con i giovani delle scuole secondarie di secondo grado e degli enti di formazione professionale del comprensorio.
Il convegno “Giovani e lavoro… il mio futuro e la Liguria”, si è tenuto presso l’Auditorium San Francesco, nell’ambito delle celebrazioni di San Giuseppe Lavoratore. L’iniziativa trae spunto dalla 48ª edizione delle settimane sociali dei cattolici italiani (Cagliari, 26/28 ottobre 2017) ispirate al tema «Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo, solidale»
All’incontro hanno partecipato istituzioni, personalità e rappresentanti della Regione Liguria, delle Imprese, di Università, Scuola, Formazione Professionale, Parti sociali e Chiesa, protagonisti di un evento pensato per e con i giovani.
Tra gli ospiti della mattinata il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, oltre al sindaco del Comune di Chiavari Marco di Capua; all’assessore alla Comunicazione, Formazione, Politiche giovanili e Culturali della Regione Liguria Ilaria Cavo; il prorettore vicario dell’Università degli Studi di Genova Enrico Giunchiglia e il coordinamento Alternanza Scuola Lavoro dell’Ufficio Scolastico Regionale Roberto Garufo.
“La Regione Liguria sta ponendo forti basi per tornare a offrire eccellenze in ogni settore e la formazione dei ragazzi risulta al centro del nostro progetto – ha dichiarato Giovanni Toti -. Dobbiamo tornare a credere in noi stessi valorizzando gli aspetti peculiari che ci contraddistinguono. Come il turismo, in crescita da anni a questa parte e una delle gambe dello sviluppo locale insieme al comparto tecnologico, grazie a un forte investimento nella forza lavoro, a partire dai giovani professionisti, ma anche nelle infrastrutture”.
Il Convegno, è stato proposto e curato da don Paolo Zanandreis, direttore dell'Ufficio Pastorale sociale e lavoro della Diocesi e ha messo al centro del dibattito le esperienze raccontate direttamente dai ragazzi, come chiave di lettura per comprendere, attraverso il confronto le loro aspettative per il lavoro.
A fornire gli spunti del dibattito la presentazione di un’analisi scenariale condotta da SWG dal titolo “Giovani e lavoro” condotta da su 683 studenti di alcune scuole secondarie di Chiavari scelte fra i licei, istituti tecnici e professionali, da cui emerge una gioventù in attesa, sfiduciata e impaurita in cui la rabbia prende progressivamente il posto della gioia e della sorpresa.
Soprattutto tra i più vicini al mondo del lavoro (33% prova rabbia, il 39% paura), che risultano anche i meno soddisfatti dal loro percorso di studi (solo 6,8 su dieci lo sono). Tra le matricole invece vincono gioia e fiducia (la metà di essi)
Le preoccupazioni dei giovani chiavaresi si concentrano sull’incertezza di un futuro lavorativo (45%) stabile (41%) che consenta un giusto tenore di vita (per il 27% il costo della vita risulta eccessivo), nonché sui temi legati alla violenza sulle donne (27% degli studenti, e circa la metà delle ragazze).
Gli studenti degli Istituti professionali si mostrano più positivi rispetto ai coetanei di licei e istituti tecnici.
Questi ultimi risultano i più preoccupati: solo 6,6 su 10 di questi è soddisfatto e ha scelto il proprio indirizzo di studi con meno convinzione rispetto agli altri (6,1). Pochi di essi infatti non ha seguito un corso di orientamento.
Partendo da questi dati il convegno ha analizzato le concrete opportunità di lavoro che il territorio offre focalizzandosi su due ambiti di sviluppo strategici: industria 4.0 e turismo.
“Trasformare sfiducia e paura in sentimenti come gioia e speranza – il pensiero di Mons. Alberto Tanasini – dev’essere la priorità assoluta della società adulta, responsabile del saper guidare i più giovani fino al preciso istante in cui si sentono pronti per diventare grandi e indipendenti. Affrontare il problema del lavoro per i giovani, oggi, significa infatti ripartire dalla capacità di valorizzare e promuovere il territorio, dalle sue caratteristiche e dalle sue potenzialità e porle quale alternativa valida e concreta per contrastare da un lato il fenomeno della fuga dei giovani dalla Liguria, dall’altro la loro sfiducia nel sistema, che si traduce nei ben noti fenomeni di dispersione”.