Ieri, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Genova, si è svolto un dibattito sulla difesa dei diritti internazionali al quale hanno partecipato i genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto e trovato morto al Cairo il 3 febbraio 2016.
Paola Regeni, la madre di Giulio ha lanciato il suo grido di dolore: “Ho fiducia nella legge, abbiamo avuto tanto aiuto sia dagli avvocati bravi e dalla stampa buona, scusate la terminologia casalinga, ma ci aspettavamo di più da chi ci governa, senza fare distinzione di colori, ma dal 14 agosto, siamo stati abbandonati, quando il premier Gentiloni ci ha telefonato e ci ha detto che l’ambasciatore sarebbe tornato al Cairo in Egitto, quello è stato il momento in ci siamo sentiti abbandonati dal nostro paese. Questa è la risposta sulla fiducia.
Io il giorno dopo ho preso la mia bicicletta, sono andata a comprare tutti i quotidiani e sono passata davanti al Municipio di Fiumicello e tutti gli edifici pubblici avevano la bamdiere listate a lutto… Così ho fatto una fotografia alla bandiera e poi l’ho messa su Facebook, perché sono molto attiva, e ho ricevuto tantissima solidarietà dai social da tantissime persone che ci sostengono e fanno opinione pubblica.
Nel momento in cui abbiamo messo la foto dlela bandiera listata a lutto abbiamo ricevuto le chiamate di tantissimi giornalisti che mi chiedevano perché avessi postato tale foto. Come mai? Il nostro premier il giorno prima ci aveva detto che mandava giù l’ambasciatore, cosa che a noi è arrivata come una tegola sulla testa proprio il 14 agosto, che poi arriva il 15 che è ferragosto… ma noi gli abbiamo detto che, ormai, i quotidiani sono anche online e se questo era un trucco perché la gente non sapesse, non funziona”.
La sala è stata scossa anche dalle dichiarazioni dell’ex pm del G8 e attuale sostituto procuratore generale della Corte d’appello di Genova Enrico Zucca che, facendo riferimento ai fatti del 2001 e della Scuola Diaz, avrebbe detto: “I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori? L’undici settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche”.
Già in passato, il pg Zucca era stato fra i magistrati della procura genovese che avevano duramente criticato l’operato della polizia. Una frattura che non si è più rimarginata, visto e considerato che i poliziotti sono andati avanti per far valere i loro diritti e alcuni giorni fa hanno ottenuto dai giudici della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo l’ammissibilità del loro ricorso. Altro che “torturatori”.
Ieri sera si è appreso che il ministero della Giustizia acquisirà gli atti relativi alle dichiarazioni del sostituto pg Zucca durante il dibattito genovese su Regeni.
Revisione processo G8, ricorso poliziotti Diaz ammissibile: violati i loro diritti