Ogni anno, pochi giorni prima dell’apertura della caccia e ad esclusivo beneficio di cacciatori in cerca di facili prede, vengono liberati nelle campagne fagiani, oltre a pernici e lepri, acquistati a pochi euro da allevamenti; sono animali che non conoscono l’ambiente e non sanno come sopravviverci, destinati a morire in buona parte quasi subito per fame e sete o uccisi e mangiati da altri animali selvatici o addirittura da cani e gatti.
Particolarmente critica è stata la situazione nello scorso anno a causa di siccità ed incendi, per cui l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) aveva chiesto alle regioni, inascoltato, di non effettuare ripopolamenti.
Alcuni soggetti particolarmente debilitati sono stati soccorsi lungo le strade e nelle città dai volontari della Protezione Animali che, dopo le cure ed una difficile riabilitazione alla selvaticità, hanno cominciato a liberarli, nei giorni scorsi, in zone di campagna ricche di acqua e cibo (e lontano dalle volpi), dove saranno sorvegliati, ed eventualmente assistiti, ancora per qualche tempo.