“Serve un nuovo patto per il lavoro. Occorre aiutare le imprese perché tornino a investire, programmare una formazione professionale e centri per l’impiego che aiutino davvero chi cerca lavoro, riconoscere diritti ai lavoratori che ancora non li hanno e investimenti straordinari per la sicurezza. La contrattazione aziendale deve avere più spazio”.
Lo ha dichiarato stamane il governatore ligure Giovanni Toti durante la cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro al Palazzo della Borsa di Genova, avvenuta alla presenza delle autorità tra cui la prefetta Fiamma Spena, il sindaco Marco Bucci, il vice capogruppo leghista alla Camera Edoardo Rixi e altri parlamentari liguri di centrodestra, M5S e centrosinistra.
“Ricordiamo i diritti di tutti, ma anche i doveri di tutti – ha aggiunto Toti – il primo dovere a cui sento di appellarmi oggi è quello di riscoprire quella funzione sociale che è parte integrante della titolarità delle garanzie che la nostra costituzione dà anche alla proprietà privata.
Lo dico perché abbiamo un drammatico bisogno in questo paese di riattivare gli investimenti, pubblici e privati, che sono il motore della crescita di un paese, ancora più dei consumi.
Gli investimenti sono un moltiplicatore del benessere, valgono quasi uno a cinque sulla capacità di crescita di un paese. Penso che il mondo dell’impresa debba tornare a credere nel nostro sistema: deve tornare a investire, a esercitare quel traino che la migliore impresa ha esercitato nella migliore Italia quando siamo cresciuti in modo importante.
L’impresa deve essere aiutata a farlo e per ridare fiducia a chi deve investire abbiamo bisogno di un nuovo patto sul lavoro, non possiamo andare avanti in ordine sparso.
Abbiamo bisogno di riattivare un dialogo tra tutti noi per ricostruire un patto sul lavoro che è fondante quanto la nostra Costituzione e che consenta alle imprese di investire, certo con la detassazione per chi assume, ma non solo questo.
Ci vogliono investimenti straordinari sulla sicurezza sul lavoro, che resta una delle ferite aperte. Abbiamo bisogno di rivedere la forma e la sostanza dei nostri diritti perché non si cresce in una democrazia e non la si rende neanche equa, quando tanti hanno diritti molto diversi dagli altri.
I ragazzi che oggi pedalano sulla bicicletta del pony express hanno ancora troppi diritti in meno di altri. Su questo dobbiamo impegnarci per costruire qualcosa di più, di diverso. La contrattazione collettiva deve lasciare il posto o quantomeno cedere un po’ di spazio alla contrattazione aziendale che rende più competitivo il lavoro e rende i lavoratori più partecipi della sorte della propria azienda”.