Cambridge Analytica, la società di dati che ha lavorato per il presidente Donald Trump durante la sua campagna elettorale del 2016, chiude i battenti annunciando lo stop immediato di tutte le sue attività e l’avvio delle procedure di insolvenza in Gran Bretagna e per bancarotta negli Stati Uniti.
La decisione segue la perdita di numerosi clienti in seguito allo scandalo dei dati di Facebook e le potenziali elevate spese legali delle indagini avviate per far luce sull’accaduto.
Attualmente Cambridge Analytica è accusata di aver raccolto i dati di 87 milioni di utenti Facebook e di averli poi usati a scopi politici senza autorizzazione da parte degli interessati.
Lo scandalo ha travolto anche Mark Zuckerberg che ha dovuto dare spiegazioni al Congresso americano.
Cambridge Analytica ribadisce, però, la propria posizione e si difende.
“Negli ultimi mesi – spiega Cambridge Analytica – siamo stati oggetto di numerose accuse infondate e, nonostante i nostri sforzi di rettifica, siamo stati denigrati per attività che non solo sono legali ma sono anche ampiamente accettate come componente standard della pubblicità online sia nell’arena politica sia in quella commerciale”.
Cambridge Analytica, nonostante la “precaria condizione finanziaria”, si è impegna a far fronte a tutti gli obblighi nei confronti dei suoi dipendenti.
La situazione della società si era aggravata con il video shock del suo amministratore delegato, Alexander Nix, ora sospeso.
Nix era stato ripreso dalle telecamere della rete tv inglese Channel 4 mentre commentava le tattiche seguite in campagna elettorale per far vincere i clienti della società, “in qualunque parte del mondo essi si trovassero”. Tali tattiche, secondo le dichiarazioni di Nix, includevano prostitute, ex spie, mazzette e fake news.
Cambridge Analytica commence insolvency proceedings and release results of independent investigation: https://t.co/BeDLpU1gIh
— Cambridge Analytica (@CamAnalytica) 2 maggio 2018