Una padella gigante, la festa religiosa di San Fortunato, patrono della città, i falò sulla spiaggia, quello stuzzicante profumo di pesci fritti sono il fulcro della manifestazione più remota di Camogli: La “Sagra del Pesce”.
La prima edizione si tenne nel 1952 quando una ventina di pescatori decisero di regalare, durante la festa di San Fortunato, del pesce fritto pescato nelle acque antistanti Camogli. In piazza Colombo di fronte al porticciolo vennero costruite le cucine in mattoni dove infarinare e friggere in 6 piccole padelle.
Il mattino della festa si incominciò a cuocere i pesci e distribuirli ai turisti e camogliesi che apprezzarono subito l’offerta di pesce azzurro croccante e ben cotto, si racconta che per soddisfare le richieste i pescatori dovettero friggere fino a sera. La trovata ebbe successo al di là di ogni aspettativa così l’anno successivo gli organizzatori riproposero l’evento.
I pescatori Lorenzo Viacava, detto “U Napoli”, per evidenziare la sua intelligenza creativa, insieme a Lorenzo Gelosi detto “U Cen” e Filippo Degregori, avvocato, facente parte della Pro Loco, decisero di far costruire una padella gigante e friggere pesci in gran quantità. La distribuzione di pesce azzurro caldo e croccante divenne subito la grande attrazione per i turisti che arrivarono a migliaia, facendo diventare questa trovata una vera e propria sagra.
Chiaramente i camogliesi, ironici ed irriverenti, appioppato allo stimabile avvocato De Gregori il soprannome “ avocâto da poêla ”(avvocato della padella) e nella riviera del levante e a Genova si diceva che i camogliesi l’abbiano voluto distribuire gratis il pesce fritto per sfatare una volta per tutte la loro fama di scozzesi della Liguria.
Tutto questo fa parte dello sfotto che ha sempre aleggiato e colorito la vita dei pescatori del levante. L’avvenimento, nel frattempo, salì agli onori della cronaca internazionale grazie all’ampio spazio dedicato alla sagra dal prestigioso quotidiano New York Herald Tribune, all’interesse di Re Baldovino del Belgio e nel 1955, addirittura a un’eurovisione televisiva.
I giapponesi hanno scoperto la padella camoglina in occasione del suo quarantennale ed hanno avuto l’autorizzazione a farne realizzare una identica. Così a Yokohama, in Giappone, si è fritto con una copia autentica della padella di Camogli. Questa simpatica tradizione nei decenni a venire si è trasformata in un importante momento di comunicazione e di proiezione dell’immagine a vocazione turistica della Città. ABov