Secondo gli investigatori del dipartimento antiterrorismo di Milano e dei carabinieri del Ros, c’è la stessa mano dietro le buste esplosive inviate circa un anno fa ai pm di Torino Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna e quella indirizzata a Roma a Santi Consolo, direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
I due pm sono da tempo impegnati in importanti inchieste, tra cui quelle sulle frange violente del movimento No Tav e sull’area anarchica.
La svolta sulle indagini porta quindi alla galassia anarco-insurrezionalista, con specifico riferimento agli ambienti torinesi, genovesi e bolognesi.
Sui plichi, inviati nel giugno dell’anno scorso e bloccati prima che potessero esplodere, nei giorni scorsi sono state isolate tracce di Dna.
Da quanto si è appreso oggi, se nell’immediatezza dei fatti è stato accertato che tutte e tre le buste sono state spedite da Genova, gli approfondimenti hanno portato a ritenere che gli obiettivi siano stati scelti alla luce di una motivazione che, seppur specifica per ciascuna busta, rientri nel contesto della lotta del movimento anarco-insurrezionalista.
Gli inquirenti milanesi, competenti sul caso, confidano in un risultato positivo dal confronto con i profili genetici presenti nella Banca Dati del Dna.