“Cambiare rotta privilegiando i liguri, gli italiani e chi è regolarmente residente nel nostro Paese da almeno 10 anni, avendo quindi dimostrato di essere integrato e rispettoso della legalità, non solo è un dovere ma appare una politica di buonsenso per chiunque amministri la Liguria e l’Italia.
Inoltre, tutelare il principio secondo cui le case popolari debbano essere assegnate a chi è in reale difficoltà e non abbia, invece, delle proprietà all’estero, è un obiettivo che la Lega in Liguria (e non solo) continuerà a perseguire. Senza se e senza ma.
Per noi l’articolo 4 della legge regionale numero 13/2017 che fissava il criterio dei 10 anni di regolare residenza per l’assegnazione delle case popolari, approvato dal centrodestra in modo compatto, è perfettamente legittimo”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale della Lega, Franco Senarega.
“Tuttavia – ha aggiunto Senarega – prendiamo atto della decisione dei giudici della Corte costituzionale che oggi lo hanno bocciato accogliendo l’impugnazione della Presidenza del Consiglio, a sua volta bocciata dal voto degli italiani.
In ogni caso, noi non ci diamo per vinti. Infatti, abbiamo già chiesto all’assessore Marco Scajola, che ringraziamo, di inserire nel Regolamento di A.r.t.e. o come meglio si ritiene, quanto già legittimamente adottato con successo dal sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi.
In poche parole, si tratta di pretendere dai richiedenti la certificazione patrimoniale obbligatoria senza accontentarsi di una generica autocertificazione, che nel caso degli immigrati dovrà essere rilasciata dal Paese d’origine (ambasciata o consolato).
Il risultato nel Comune toscano è stato notevole perché si è passati dal 75% di alloggi popolari assegnati agli stranieri dalle amministrazioni di centrosinistra all’82% di alloggi assegnati agli italiani dalla nuova amministrazione leghista”.