“Diciotto anni fa fui assunto all’Ilva, un percorso che ho condiviso insieme ai miei colleghi, dove dal cambio generazionale, si passava alla crisi ed alla riconversione, con un patto per la Città, dove i cittadini potessero vivere in un contesto ambientale sano e dove il lavoro, rimaneva una priorità, tramite il mantenimento del reddito e dell’occupazione.
Dal 2005 questi patti vengono disattesi, tra ritardi e casi nazionali, non restituendo al territorio l’agognata bonifica e riqualificazione e rendendo i lavoratori precari 4.0. Prima di essere consigliere comunale da meno di un anno, ed RSU da due, sono un lavoratore dell’Ilva ed un cittadino, che come altri ha fatto la cassa integrazione, i lavori di pubblica utilità, la Solidarietà, cercando di metterci la faccia, sempre in prima persona.
Oggi in Consiglio comunale con il Movimento Cinque Stelle, la democrazia si è dovuta fermare per volontà di pochi, senza pensare alla tutela dei lavoratori e dei cittadini, che pretendevano risposte e garanzie”.
Lo ha dichiarato ieri pomeriggio, in lungo post pubblicato su Facebook, il consigliere comunale-operaio Fabio Ceraudo (M5S) a seguito dell’invasione in Sala rossa a Tursi di alcuni delegati Fiom-Cgil, che in sostanza, anche dopo violente aggressioni verbali, avevano costretto la presidente di Commissione Marta Brusoni (Lista Bucci) a interrompere la seduta sulla questione Ilva.
Un gruppo di lavoratori dello stabilimento di Cornigliano è infatti entrato in aula, sedendosi nell’area riservata a consiglieri e staff della giunta comunale. In tal senso, il sindacato Uilm ha difeso Ceraudo e ha parlato di “Commissione consiliare impedita da facinorosi”.
Il sindacato Fiom-Cgil ha replicato che i “facinorosi” erano tra i consiglieri comunali.
Mentre le capogruppo Lorella Fontana (Lega) e Cristina Lodi (Pd) hanno espresso solidarietà alla collega Brusoni “per gli inaccettabili attacchi verbali ricevuti”.
“Purtroppo questo fatto – ha aggiunto Ceraudo – ha anche permesso a questa giunta di scansare le responsabilità per l’ennesima volta dopo la votazione in Consiglio comunale sulla nostra mozione.
Questo è inaccettabile, non uscire con un documento ufficiale, condiviso come volevamo noi del Movimento cinque stelle, che avrebbe impegnato la nuova Giunta comunale, al rispetto dell’accordo di programma, rasenta l’inverosimile.
Ringrazio tutti i lavoratori e cittadini, che oggi, hanno espresso solidarietà nei miei confronti e di chi crede nel lavoro che portiamo avanti con trasparenza e democrazia”.
Poi il consigliere comunale pentastellato ha pubblicato “quello che mi è stato impedito di dire in Sala Rossa, in difesa dei Cittadini dei Lavoratori della salute pubblica”.
“L’accordo di programma – ha continuato Ceraudo – è la nostra storia, quella della città, del lavoro, dell’industria e di un’intera delegazione, che subisce una profonda trasformazione, nelle sue abitudini nel suo tessuto. Cornigliano si trasforma da località balneare al centro dell’industria e della siderurgia Genovese.
Oggi la realtà è ben diversa, infatti, il caro prezzo con cui si è pagato, in ordine di vite e salute per la delegazione, dopo le battaglie intraprese dalle donne di Cornigliano, la vendita dell’IRI e l’avvento dei RIVA, si decide di intraprendere un cammino, un esempio di vera riconversione e sviluppo, arriva L’accordo di Programma un unico e vero esempio di riconversione, tutela dell’occupazione e ambientalizzazione.
Firmato definitivamente nel 2005 da 5 ministeri, la Regione, il Comune, autorità portuale e parti sociali, quindi equiparabile ed esigibile per legge, si proponeva la chiusura delle lavorazioni a Caldo del polo siderurgico Oscar Sinigaglia, per rafforzare le lavorazioni del ciclo a freddo, garantendo l’occupazione di 2200 lavoratori e restituendo le aree dismesse alla città alla delegazione di Cornigliano.
Nasce Società per Cornigliano partecipata da Regione, Provincia ora Città metropolitana, Comune e il MISE.
Vengono stanziati fondi per i lavori di riqualificazione che negli anni vengono continuamente poco utilizzati, cadendo nel limbo della burocrazia, degli spot elettorali.
Nel frattempo l’accordo continua a non essere rispettato nei numeri nelle opere, infatti i lavoratori dell’ILVA per anni, io compreso, abbiamo vissuto nell’incertezza del futuro.
In questo momento gli occupati dell’ILVA sono scesi da 2700 a meno di 1500 con nessuna certezza del proprio futuro, impegnandosi con i lavori di pubblica utilità per 13 anni, diventando veri e propri precari 4.0.
Nel contesto la riqualificazione non è ancora avvenuta facendo sprofondare il quartiere nel degrado ed abbandono istituzionale.
Ad oggi si prospettano possibili insediamenti ad alto rischio di incidente rilevante ed alto impatto ambientale, con la possibilità del dislocamento di Superba e Carmagnani da Multedo.
Andando contro un accordo al cui interno si cita chiaramente: ‘(…) Riconversione dell’industria di base e pesante ad elevato impatto ambientale del polo siderurgico di Genova cornigliano verso attività compatibili con il contesto urbano circostante’.
Gli interessi dei cittadini sono soppiantati dalle cosiddette ‘opportunità economiche’, in nome del diritto al lavoro, Ogni Amministrazione si è sempre mostrata poco lungimirante, pensando spesso al ‘qui ed ora’, ai gretti interessi economici ed energetici, impegnandosi a bruciare i rifiuti, a trivellare terre e mari, a cementificare suoli fertili.
Rispettare l’accordo di programma del 2005, a protezione e a tutela dei lavoratori e a garanzia di una concreta progettazione e riqualificazione ambientale di Cornigliano, significa prendere le distanze da una politica che toglie il diritto ai cittadini di vivere in un ambiente sano.
Significa riconoscere il diritto ad una migliore qualità della vita, un diritto umano fondamentale, significa considerarla come intangibile alle logiche contabili e di mercato e come opportunità di un rapporto nuovo, partecipato e partecipativo alla gestione della cosa pubblica. Significa riconoscere e promuovere modelli comunali di gestione delle energie sostenibili, che possano rispettare i territori e sfruttare e creare una vera efficienza energetica.
Noi chiediamo il rispetto dell’accordo di Programma nella tutela del Lavoro e dell’occupazione dell’ambiente e della salute, tutto questo è l’accordo di Programma, questo è anche quello che stabilisce la nostra Costituzione all’art 1 e all’art 32.
Cornigliano ha già pagato troppe servitù, i lavoratori troppa indifferenza e precarietà, basta con il ricatto occupazione, salute, vogliamo una visione diversa, vicino al lavoro, al cittadino, al rispetto della salute pubblica.
La trattativa sul futuro occupazionale degli operai della siderurgia, a livello nazionale, si sta svolgendo in assenza di una ben definita linea contrattuale, di un piano ambientale, sanitario e di riconversione economica del territorio. Questa è la triste conclusione di un percorso criminale durato 12 decreti legge che prevede inoltre:
– l’immunità penale per i Commissari e i futuri affittuari/acquirenti, anche in caso di accertamento di danno
– l’autorizzazione all’attività di discariche di rifiuti speciali senza le normali procedure AIA
– un rischio sanitario accertato che rimarrebbe, anche in caso di realizzazione di tutte le prescrizioni previste per il 2023, per oltre 12.000 cittadini
– la possibilità per l’affittuario/acquirente di ridurre investimenti per salvaguardare salute e ambiente in caso di mancato raggiungimento del profitto
– l’esonero totale dei debiti antecedenti al trasferimento aziendale
– la mancanza di tutele sui redditi e sui diritti dei lavoratori, i quali verranno in ogni caso decurtati di un numero non inferiore alle 4000 unità.
– nessuna quantificazione della spesa per la decontaminazione del territorio.
Queste sono solo alcune delle numerose criticità della vertenza ILVA. A conti fatti, questa trattativa è stata condotta dai vari Governi che si sono susseguiti in maniera dilettantistica, fallimentare, infischiandosene dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Una verità ormai sotto gli occhi di tutti: il contratto sottoscritto dal Governo pregiudica il presente e il futuro.
A Genova esiste un Accordo di Programma che cita testualmente che non può esserci discontinuità, il Governo e Am IvecstCo hanno riconosciuto valido lo stesso e dovranno prendersi le loro responsabilità, come gli altri firmatari, mantenendo i livelli occupazionali e il diritto contrattuale.
Perché se cresci in un mondo fatto di acciaio, sai riconoscere la fatica. Ne senti la durezza e la tenacia.
E impari a forgiare i tuoi sogni. Quei sogni che servono a garantire un futuro ai Lavoratori, ai cittadini alla città”.