GENOVA. 30 MAG. Sta ottenendo un notevole successo di pubblico la bella personale dell’ artista lucchese Grazia Giovannetti. La mostra, allestita nello splendido ed antico Castello sul Mare, ha suscitato anche un notevole interesse da parte della critica.
La mostra, dal titolo “Il geometrico nella dimensione astratta””, è anche l’ occasione ideale, per gli appassionati dell’arte contemporanea, che ancora non la conoscessero bene, per ammirare molte delle più belle opere del periodo maturo di questa artista di origine lucchese, ma trasferitasi dal 1975 a Lavagna, dove attualmente vive e lavora.
“La mostra presenta pezzi che vanno dagli anni Ottanta quasi fino ad oggi- ci ha spiegato lo scrittore Armando D’Amaro, editor e noto collezionista di arte contemporanea- La casa resta il tema centrale della Giovannetti: in ogni quadro è infatti riconoscibile il suo personalissimo stilema”.
Da sempre il tema cardine per l’artista è stato quello della casa, contemplata da prospettive diverse, ma riconducibili a moduli già tracciati in precedenza da questa sua personale geografia di una dimora più interiore che reale.
“Il tema della casa senza finestre- ha scritto la critica Mara Borzone- col tetto a due spioventi e stilizzata, più vicina ai panorami dell’infanzia che a quelli delle città di oggi, percorre infatti tutta la sua produzione; la casa, ridotta ad archetipo grafico, viene smontata nelle sue componenti iconiche e ridotta a pattern, diventando texture, figura indecidibile, citazione optical”.
L’ arte della Giovannetti dunque è attualissima: da Burri fino ad Emblema del resto l’ uso della tela grezza ha sempre contraddistinto quegli artisti maggiormente impegnati in una perenne ricerca della rivelatrice forza dell’essenzialità. Catalogata spesso come astrattista geometrica, e successivamente considerata invece Optical, o Concettuale, la Giovannetti è approdata invece, a mio parere, nel suo ultra quarantennale percorso, ad una decostruzione raffinata che la colloca fra le più grandi artiste liguri della seconda metà del Novecento e che ha saputo continuare ancora dal Duemila ad oggi a creare pezzi di grande valore espressivo. E ci meravigliamo come Venezia, con le sue visionarie ed impeccabili Biennali, sia d’ Arte, sia di Architettura, non l’abbia mai considerata, dagli anni Settanta ad oggi, come una possibile valida ospite di uno dei suoi Padiglioni.
“La sua arte- ha scritto Gino Maggio- risponde anche al bisogno di ridefinire le coordinate spaziali ed esistenziali della propria posizione nel mondo, per ri-collocarsi entro una dimensione che si avverta infine come autenticamente propria”.
Ed anche Adalberto Guzzinati, noto giornalista e critico d’arte, ne ha elogiato la poetica: “Partita dal rigore perfetto del geometrismo, ha attraversato diverse trasformazioni dall’ Optical Art al Concettuale, per giungere attraverso una più matura visione del reale, proprio a
questo delizioso ed illuminante Geometrico nella dimensione Astratta”.
La mostra, che è visitabile nei giorni di venerdì, sabato e domenica e nei giorni festivi e pre festivi, dalle 16 alle 19, resterà aperta, nell’ Antico Castello sul mare di Rapallo, fino al 24 giugno.
CLAUDIO ALMANZI