La procura di Genova nei giorni scorsi ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone, tra necrofori e agenti di pompe funebri, con l’accusa di corruzione. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza.
Secondo gli inquirenti, gli addetti alle camere mortuarie dell’ospedale San Martino avrebbero ricevuto mazzette dalle imprese private e in cambio avrebbero indirizzato i parenti dei defunti da loro.
L’inchiesta è nata dopo l’esposto di Franco Rossetti, legale rappresentante dell’Azienda di servizi funebri del Comune di Genova.
La scorsa settimana i finanzieri hanno perquisito gli armadietti dei necrofori e gli uffici delle pompe funebri private acquisendo documentazione cartacea.
Franco Rossetti (fratello del consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti) ha segnalato agli inquirenti che la vicenda sarebbe andata avanti avanti “almeno dal 2010” come segnalato dai dipendenti Asef.
Nell’ultimo anno, però, gli episodi sarebbero aumentati. Per gli inquirenti il meccanismo sarebbe stato ben collaudato. In sostanza, l’addetto alla camera mortuaria, saputo del decesso di un paziente o dell’arrivo di una salma all’obitorio, contattava il referente dell’agenzia funebre privata per avvisarlo.
Poi avvicinava i parenti del morto e indirizzava di volta in volta da chi andare. A volte, all’uscita delle camere si faceva trovare già un dipendente delle pompe funebri. In altri casi veniva chiamato.
Tutto questo, secondo gli investigatori, sarebbe avvenuto in cambio di una tangente e in violazione della legge che prevede invece che i necrofori possano solo indicare, ai parenti dei defunti, l’elenco delle agenzie appeso in bacheca.
L’inchiesta, nei prossimi giorni, potrebbe arricchirsi e portare all’iscrizione di nuovi indagati anche perché le segnalazioni riguarderebbero anche l’ospedale Galliera e il Villa Scassi.