«Permettendo la registrazione all’Anagrafe di un bambino come figlio di due padri, il sindaco uscente Alessio Cavarra (Pd) ha perso l’ultimo briciolo di credibilità che gli rimaneva. Infatti, pur di accreditarsi presso quell’elettorato di sinistra radicale che ancora lo vota, ha accettato la negazione della famiglia naturale e dei valori cristiani».
Lo ha dichiarato ieri sera la senatrice Stefania Pucciarelli (Lega) commentando la forzatura della registrazione all’ufficio dell’Anagrafe di Sarzana, che questa mattina ha inoltre inviato al Prefetto della Spezia una missiva in cui chiede “l’annullamento in autotutela della registrazione effettuata dal Comune” e permessa dal sindaco uscente del Pd come ultimo atto della sua ammnistrazione (v. articolo precedente).
«Sarebbe interessante sapere perché la madre ha rinunciato al bambino – ha aggiunto Pucciarelli – e capire se si tratta, come parrebbe, dell’odiosa pratica chiamata ‘utero in affitto’. Lo sa Cavarra che in quel modo il bambino viene strappato alla madre dietro compenso per soddisfare gli egoismi della coppia di compratori, oppure pensa ancora che i bambini li porti la cicogna? Se questo è il progresso che il Pd ha in mente per Sarzana c’è da avere paura.
Ciascuno è libero di vivere la propria vita sessuale nel modo che preferisce, ma la famiglia è una cosa seria e i bambini non sono merce da acquistare al supermercato.
Infatti, ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre, non di due padri o due madri che per egoismo personale rivendicano una forma di genitorialità negata dalla natura.
Noi non abbiamo paura di dirci cristiani e di difendere la famiglia naturale e tradizionale. Mi chiedo con quale coraggio Cavarra possa chiedere il voto dell’elettorato cattolico dopo aver sposato la causa di chi per egoismo personale ufficializza la vendita di esseri umani».