Poco meno di due stagioni da responsabile dell’Area Tecnica blucerchiata. Oggi per Daniele Pradè è arrivato il momento dei saluti.
“Ringrazio innanzitutto il presidente Massimo Ferrero – comincia dal “Mugnaini” di Bogliasco -, mi separerò professionalmente da lui ma il rapporto di amicizia resterà. E ringrazio la società che mi ha supportato, lo staff, la squadra. Lasciare la Sampdoria è difficile: questa squadra è qualcosa di differente, la Gradinata è incredibile, il tifo è meraviglioso così come lo è giocare a Marassi, te ne accorgi da avversario ma te ne rendi ancora più conto quando sei qui».
Amici. «La Samp è strutturata in una certa maniera, funziona bene ed è giusto che continui così – prosegue il dirigente diretto all’Udinese -. Personalmente avevo voglia di altre cose: il nostro lavoro è fatto di cambiamenti, di idee, di fantasia. Quello che mi ha proposto il presidente Pozzo mi ha convinto. Ma qui non c’è stata una situazione che non mi sia piaciuta, non un contrasto, un problema. C’è stato un rapporto bello, sincero e schietto e perciò rimarremo amici».
Cuore. «Ilicic è il più grande rimpianto – ammette Pradè -; la mancata qualificazione in Europa è stata un peccato: avevamo le carte in regolare per arrivarci. Le soddisfazioni? I tre derby vinti su quattro, il quarto l’ho pareggiato. Non credo di rimanere nel cuore visti i soli due anni di permanenza a Genova, ma il feeling con la gente me lo porterò dentro».
Auguri. Infine il passaggio di consegne. «A Walter Sabatini auguro il meglio – conclude -, di avere un rapporto lungo con la Samp e magari di vincere un titolo. A Ferrero auguro di recuperare il rapporto con i tifosi: l’empatia tra società e tifosi porta punti, entusiasmo, voglia di andare allo stadio. La Sampdoria sta facendo cose importanti: è un cantiere aperto, un miglioramento continuo».