Presunta truffa ai danni dello Stato e fondi della Lega Nord (quasi 49 milioni di euro) ai tempi di Belsito e Bossi nel 2008-2010. I pm genovesi oggi hanno nominato come consulenti gli ispettori della Uif, Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, per capire se i soldi trasferiti in un fondo fiduciario lussemburghese dalla banca Sparkasse siano riconducibili alla Lega o siano dell’istituto di credito, come già affermato dai vertici della banca di Bolzano (v. articolo precedente).
Altro polverone sollevato da pm genovesi, Sparkasse: non c’è alcun tesoro della Lega
Secondo l’ipotesi investigativa, la Sparkasse avrebbe trasferito in Lussemburgo in un fondo fiduciario 10 milioni di euro. Dopo le elezioni del 4 marzo, l’autorità finanziaria lussemburghese (di fatto simile a Bankitalia) avrebbe bloccato per dieci giorni il trasferimento di tre milioni di euro dal Granducato all’Italia e contestualmente informato i colleghi italiani sul sospetto dell’operazione che potrebbe essere riconducibile ai conti della Lega. Della presunta operazione sarebbe stata informata anche la Procura di Genova che lo scorso gennaio aveva aperto un’inchiesta per riciclaggio.
Tuttavia, lo scorso mese l’istituto bancario di Bolzano aveva rilasciato la seguente dichiarazione: “La Sparkasse ha fornito i chiarimenti necessari per identificare i titolari delle operazioni che si presumeva potessero essere riconducibili alla Lega, titolare di un conto tra il 2013 e il 2014 data a partire della quale i rapporti sono stati estinti.
Gli accertamenti riguardano una specifica operazione di acquisto titoli effettuata nel 2016 e un’operazione di vendita fatta a gennaio 2018.
E’ normale operatività del portafoglio di tesoreria di proprietà della banca e le transazioni non sono assolutamente riconducibili alla Lega.
La banca é stata chiamata a fornire i chiarimenti necessari per identificare i titolari di due operazioni che si presumeva potessero essere riconducibili alla Lega.
Sparkasse ha potuto dimostrare che tale operazione riguarda la normale operatività del portafoglio di tesoreria di proprietà della banca stessa e che quindi le transazioni non sono assolutamente riconducibili alla clientela e tanto meno alla Lega con la quale la banca non intrattiene più rapporti dal 2014.
Inoltre, la banca non è oggetto di alcuna indagine e ritiene di aver fornito tutte le informazioni necessarie a far chiarezza rispetto alle operazioni in oggetto”.
Gli ispettori della Uif dovranno adesso analizzare tutto il materiale informatico e cartaceo acquisito con le perquisizioni dello scorso giugno per ricostruire, ancora una volta, i vari passaggi del cosiddetto “tesoro che non c’é”.
Nel frattempo, gli investigatori della GdF stanno setacciando società, associazioni e fiduciarie che sarebbero state create durante il processo a Bossi e Belsito per la presunta maxi truffa ai danni dello Stato. I pm intenderebbero accertare se esistano e se abbiano ottenuto soldi dal partito o per il partito oppure se si tratti di soggetti autonomi.