Il pubblico ministero Massimo Terrile ha chiuso le indagini su un presunto giro di tangenti per falsi lavori negli edifici dell’Università di Genova.
L’avviso è stato inviato oltre alle cinque persone che finirono agli arresti domiciliari (due dipendenti dell’ateneo e tre imprenditori) ad altri quattro imprenditori e a sei società.
La guardia di finanza arrestò Rosario Roberto La Rosa, impiegato amministrativo presso il settore Spese dell’area conservazione edilizia dell’università; Giovanni Di Lallo, imprenditore; Claudio Fabio Colombi, capo del settore interventi ordinari opere edili dell’Area conservazione edilizia dell’ateneo; Salvatore Piromalli e Carlo Catalano, imprenditori.
I nuovi indagati sono Massimiliano Cataldo; Giancarlo Giucciardi, Sali Gjoka e Sandro Citarei, tutti imprenditori.
Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, truffa aggravata e falso.
Il sistema era collaudato. La Rosa e Colombi facevano pagare dall’Università gli imprenditori per lavori mai eseguiti, in cambio di mazzette che si aggiravano tra i 500 e i duemila euro a fronte di fatture che andavano dai cinquemila ai seimila euro. I fatti si sono svolti dal 2014 alla metà del 2017 e la fatture fasulle sarebbe state diverse decine.
Erano stati due funzionari dell’ateneo a fare saltare fuori i fatti trovando un foglio con le prove delle firme false di uno dei due fatte da uno dei sottoposti arrestati.