Venerdì 20 luglio alle 21.30 il suggestivo sagrato della Chiesa di San Siro di Struppa ospita l’ultimo spettacolo teatrale del X Festival Teatrale dell’Acuedotto “Radici” diretto da Mauro Pirovano: Naufraghi nella tempesta della pace. Storia e memorie dei profughi della Venezia Giulia e dell’Istria della compagnia Coltelleria Einstein (ingresso 8 euro).
Profughi, foibe, esodo, leggi razziali, italiani, croati, sloveni, partigiani, fascisti, muri, frontiere, nazionalismi, Tito, comunisti, Jugoslavia, nazisti, Risiera di San Sabba, solidarietà, derisione, ricordo e dimenticanza.
Nello spettacolo Naufraghi nella tempesta della pace. Storia e memorie dei profughi della Venezia Giulia e dell’Istria questi termini così carichi di significato e di storia, si incrociano lucidamente e drammaticamente per formare un quadro espressivo intenso dove le grandi leggi della dinamica internazionale e dei blocchi politici, si scontrano con le grandi leggi della gente comune e della vita di tutti i giorni. L’azione scenica, attraverso le testimonianze e i documenti, cerca di cogliere il dolore, le paure, le speranze delle vittime che hanno vissuto quell’intricato momento storico, caratterizzato dallo scontro tra nazionalismi feroci ed esasperati.
Lo spettacolo tocca i punti storici più salienti di questo dramma, con riferimento al Campo Profughi di Tortona. «E’ finita l’Europa dei muri? Ci sarà un presente e un futuro di giustizia, nel rispetto dei diritti umani, di cittadinanza europea e della democrazia?» (Marino Vocci)
Perché di muri si tratta. Il confine nord-orientale dell’Italia è stato dilaniato da lotte nazionaliste, ostilità e violenze spesso volutamente dimenticate per ragioni di politica internazionale e nazionale. L’esodo di migliaia di italiani e la tragedia delle foibe sono vicende che toccano direttamente il popolo italiano, ma rappresentano la parte di una realtà molto complessa. La violenza e la crudeltà di certi eventi e la sistematica discriminazione razziale che porta all’esodo, non deve fare dimenticare che questi atti sono in parte il frutto di altre precedenti violenze, di altre precedenti discriminazioni, in una triste catena di ritorsioni e vendette.
Venerdì 20 luglio alle 21.30 il suggestivo sagrato della Chiesa di San Siro di Struppa ospita l’ultimo spettacolo teatrale del X Festival Teatrale dell’Acuedotto “Radici” diretto da Mauro Pirovano: Naufraghi nella tempesta della pace. Storia e memorie dei profughi della Venezia Giulia e dell’Istria della compagnia Coltelleria Einstein.
Profughi, foibe, esodo, leggi razziali, italiani, croati, sloveni, partigiani, fascisti, muri, frontiere, nazionalismi, Tito, comunisti, Jugoslavia, nazisti, Risiera di San Sabba, solidarietà, derisione, ricordo e dimenticanza.
Nello spettacolo Naufraghi nella tempesta della pace. Storia e memorie dei profughi della Venezia Giulia e dell’Istria questi termini così carichi di significato e di storia, si incrociano lucidamente e drammaticamente per formare un quadro espressivo intenso dove le grandi leggi della dinamica internazionale e dei blocchi politici, si scontrano con le grandi leggi della gente comune e della vita di tutti i giorni. L’azione scenica, attraverso le testimonianze e i documenti, cerca di cogliere il dolore, le paure, le speranze delle vittime che hanno vissuto quell’intricato momento storico, caratterizzato dallo scontro tra nazionalismi feroci ed esasperati.
Lo spettacolo tocca i punti storici più salienti di questo dramma, con riferimento al Campo Profughi di Tortona. «E’ finita l’Europa dei muri? Ci sarà un presente e un futuro di giustizia, nel rispetto dei diritti umani, di cittadinanza europea e della democrazia?» (Marino Vocci)
Perché di muri si tratta. Il confine nord-orientale dell’Italia è stato dilaniato da lotte nazionaliste, ostilità e violenze spesso volutamente dimenticate per ragioni di politica internazionale e nazionale. L’esodo di migliaia di italiani e la tragedia delle foibe sono vicende che toccano direttamente il popolo italiano, ma rappresentano la parte di una realtà molto complessa. La violenza e la crudeltà di certi eventi e la sistematica discriminazione razziale che porta all’esodo, non deve fare dimenticare che questi atti sono in parte il frutto di altre precedenti violenze, di altre precedenti discriminazioni, in una triste catena di ritorsioni e vendette.