“C’è una guerra che da più di quattro anni si combatte ai confini dell’Europa senza essere raccontata. Questa guerra si combatte nelle regioni sudorientali di quella che fu l’Ucraina, e si è scatenata in conseguenza e risposta di un colpo di stato sostenuto e finanziato da NATO e UE che ha portato al potere a Kiev un governo nazifascista”.
Lo hanno dichiarato i compagni del collettivo comunista Genova City Strike, che l’altro giorno hanno pubblicato un post su Facebook con le loro riflesisoni sul conflitto in Donbass e l’annuncio della presentazione a Genova del libro di Alberto Fazolo e Nemo intitolato “In Donbass non si passa” avvenuta ieri sera in piazza dei Truguoli di Santa Brigida.
Alla presentazione hanno partecipato anche i “compagni della carovana antifascista” in aiuto della popolazione del Donbass.
“Parte della popolazione ha reagito in armi – hanno aggiunto i compagni del GCS – proclamando nella regione del Donbass le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk.
Quando trova qualche spazio sui media nostrani, questo conflitto viene sostanzialmente descritto come uno scontro etnico tra russi e ucraini (se non come una semplice aggressione della Federazione Russa all’Ucraina) ma appare evidente che le sue cause siano preminentemente politiche.
Innanzitutto perché vede contrapposti fascisti ed antifascisti. Ma sono ben presenti al suo interno le istanze antimperialiste che cercano di arginare i piani occidentali di accerchiamento ed aggressione della Russia e delle sue popolazioni, nonché le istanze di classe di un popolo, quello del Donbass, di operai e minatori che da subito nel corso dell’insurrezione ha identificato i propri obiettivi nella difesa delle condizioni di vita dei lavoratori (salari e pensioni in primis), nel tentativo di socializzare i mezzi di produzione, e di dotarsi delle forme istituzionali proprie dell’URSS e dei paesi socialisti.
Sabato (ieri sera, ndr) ne parliamo grazie all’aiuto di Alberto Fazolo e del libro ‘In Donbass non si passa!’, di cui è coautore insieme a Nemo, comandante del battaglione internazionalista Interunit, e che è frutto del suo lungo lavoro di ricerca e reportage sul campo.
L’iniziativa di sabato sarà anche l’occasione di consegnare un piccolo e simbolico riconoscimento a tutti i compagni e le compagne che hanno partecipato alla raccolta di fondi e materiale umanitario tenutasi prima dell’ultima Carovana Antifascista e alla campagna Deti Donbass lanciata dalla Banda Bassotti per sostenere alcuni istituti per bambini e orfani delle due Repubbliche.
Cogliamo inoltre l’occasione per segnalare che proprio sabato scade il termine ultimo per consegnarci nuovo materiale che verrà portato in Donbass a brevissimo.
Questa la lista di ciò che può essere utile.
Confezioni di Tè nero; Confezioni Caffè solubile; confezioni in plastica olio extravergine oliva; pannolini bambini; pannoloni adulti; assorbenti donne e puerpere; salviette umidificate per l’igiene personale dell’adulto e per l’igiene dei neonati; pasta Fissan; prodotti specifici per la cura dei neonati, shampoo antipidocchi.
Farmaci: tachipirina 1000; Nurofen; ANTIBIOTICI e ANTISTAMINICI, sciroppi per la tosse. Guanti lattice monouso; siringhe. Biancheria intima nuova uomo, donna, bambino.
No vestiti, no scatolame, no vetro. No pasaran!”.