“La previsione di una forma di colpa cosciente, quale criterio di imputazione soggettiva della responsabilità penale, non contraddice la definizione della colpa che si rinviene nell’art. 43 cp il cui elemento essenziale è la mancanza di volontà dell’evento…La colpa cosciente si caratterizza, dunque, rispetto alla colpa in generale, in quanto l’agente si rappresenta e prevede il risultato offensivo e, tuttavia, erroneamente ritiene con certezza che detto risultato non si verificherà come conseguenza della propria azione od omissione”.
E’ la sintesi della spiegazione giuridica fornita dal sito web diritto-penale.it che in sostanza, secondo quanto riferito oggi dal quotidiano La Repubblica, ha seguito la procura di Genova per cambiare il capo d’imputazione in “colpa cosciente” nei confronti degli indagati per il tragico crollo del Ponte Morandi (43 vittime) che finora erano stati accusati di omicidio, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti colposi.
In altre parole, la procura nei giorni scorsi ha deciso di passare dall’accusa di una “colpa semplice” a quella più grave di “colpa cosciente” (ritenuta in giurisprudenza al limite del dolo eventuale) che rischia quindi di far aumentare di un terzo, in caso di rinvio a giudizio e condanna, le pene per i futuri imputati.
Tra gli indagati risultano dirigenti e tecnici di Autostrade, Spea e Ministero dei Trasporti.
Ieri la Società Autostrade si è difesa così.
Crollo ponte, 43 vittime. Autostrade si difende: mai nessun motivo di allarme o urgenza