Pur in presenza di pari volontà ed attitudine, le occasioni quotidiane, in qualsiasi senso orientate, non accadono in modo egalitario. Risentono di una molteplicità di condizioni e di fattori.
A parità di caratteristiche ed elementi, certe occupazioni e certe funzioni, ad esempio, meglio di altre, implicano e facilitano l’accesso a tale potenzialità di esercizio.
Un conto, infatti, è collocarsi in un luogo ritirato, poco frequentato; altro conto é trovare sede in uno più movimentato e dinamico.
Già solo in relazione a ciò, è evidente che, volendo, la possibilità di ampliare la gamma delle conoscenze, è esponenzializzata e potenzializzata dalla singola condizione, lavorativa od anche familiare.
Ciascuna condizione, nella misura in cui la si è, pari pari, trovata, rintraccia ed attrae, per fisiologica contingenza, una specifica tipologia di circostanze e di potenziali interlocutori. La citazione omerica “il simile è amico del simile” assume qui un tono estensivo e profetico, da cui desumere le dinamiche ed i nessi che le completano.
Se infatti non volessimo limitarci alla dotazione affettivo-amicale di partenza, quella che, per consuetudine, prende forma tra la puerizia e l’adolescenza, ed in precisi momenti, il fatto di trovarsi anche solo casualmente in una crocevia di genti, ne può accrescere la quantità e, per dato statistico, la qualità.
E’ chiaro, infatti, che, animati da un’idea conviviale, allocati in un luogo adeguato per promuoverne adeguato esito, talune impostazioni di vita riverberano con dinamiche imprevedibili, altrimenti incontemplabili.
Ci si presentano maggiori possibilità nella misura in cui ci si sradica dall’idea di diffidare di chiunque non appartenga ad un ben riconoscibile consesso, nella misura in cui l’ambito relazionale diviene trasversale.
In conclusione ed in relazione alle singole caratteristiche più o meno predisponenti, ampliando i confini socio-culturali, la vita implementa, di pari passo, le occasioni di crescita intellettiva.
Massimiliano Barbin Bertorelli