La procura di Genova nei giorni scorsi ha chiuso le indagini e dovrebbe quindi chiedere il rinvio a giudizio per quattro militanti e simpatizzanti di CasaPound Italia, che risultano iscritti nel registro degli indagati per due distinti episodi avvenuti l’anno scorso.
L’accusa è di lesioni aggravate in concorso.
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Per il primo episodio si tratta dell’ex coordinatore provinciale di Casapound Christian Corda, 31 anni, Manuel Di Palo, 32 anni, Federico Gatti, 38 anni. Per il secondo di Monica Deiana, 21 anni.
Il primo episodio riguarda il presunto accoltellamento di un 35enne antagonista Antifa, avvenuto la sera del 12 gennaio 2018.
Il militante di estrema sinistra stava attaccando dei manifesti, insieme ad altri Antifa, nella zona di piazza Alimonda, vicino alla sede del partito di estrema destra in via Montevideo.
Alcuni militanti di Casapound erano usciti e c’era stato un parapiglia: “Non abbiamo attaccato, abbiamo difeso la nostra sede”.
Gli Antifa si sarebbero diretti verso corso Buenos Aires e i tre esponenti di CPI, secondo l’accusa, avrebbero aggredito l’attivista, rimasto ferito a un fianco della parte bassa della schiena.
Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato il tentato omicidio, poi derubricato in lesioni.
Inoltre, secondo quanto accertato durante le indagini della Digos, è emerso che la password di accesso del computer di Di Palo, sequestrato dagli investigatori, era piuttosto inquietante: “Hitler”.
Il secondo episodio risale alla notte tra il 6 e il 7 maggio scorsi. Monica Deiana è stata accusata da un cittadino svizzero di 25 anni di averlo picchiato con una bottiglia dopo avergli mostrato una foto di Adolf Hitler, all’esterno di un pub nella zona di Boccadasse.
Tuttavia, la 21enne genovese aveva a sua volta riferito che, in sostanza, il 25enne svizzero l’aveva molestata.
Per questo caso, risulta indagato anche l’ex coordinatore provinciale Corda. Sarebbe stato lui a essere intervenuto per difendere la giovane e a tenere fermo lo straniero mentre lei, secondo l’accusa, lo avrebbe aggredito.
Anche per questo episodio, il reato ipotizzato è di lesioni aggravate in concorso.
Inoltre, gli investigatori hanno accertato che Monica Deiana era presente nel gruppo di militanti da cui era partita la presunta aggressione agli Antifa di gennaio 2018, ma non è stata indagata perché non aveva fatto nulla di illegale.