In questi giorni non ci sono, nel mirino dei cacciatori liguri, solo cinghiali e femmine e cuccioli di capriolo e daino ma anche più di venti di specie di animali selvatici in gran parte migratori, che arrivano stanchi sulle nostre coste dopo un volo di migliaia di chilometri.
La denuncia è della Protezione Animali savonese che rimarca come i cambiamenti climatici in corso hanno anticipato la stagione degli accoppiamenti, della deposizione delle uova e della nascita dei piccoli ed indifesi nidiacei.
Prosegue infatti fino al 31 gennaio la caccia, oltre alla volpe a squadre, a cesena, tordo bottaccio, gallinella d’acqua, folaga, alzavola, codone, fischione, mestolone, moriglione, marzaiola, canapiglia, frullino, pavoncella, porciglione, moretta e beccaccino; e ciò malgrado le indicazioni dell’Istituto per la Protezione Ambientale (ISPRA, organo scientifico nazionale che fornisce pareri obbligatori in materia), che prescriveva al 20 gennaio la chiusura della loro caccia e addirittura la sospensione, perché in fase di preoccupante diminuzione, a moretta, moriglione e pavoncella; mentre continua addirittura fino al 10 febbraio al colombaccio ed a cornacchia grigia e nera, gazza e ghiandaia, specie tra le più intelligenti e sociali del mondo animale.
Per fortuna un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, attivato da Enpa, Lac, Lav e Wwf, ha bloccato la situazione.
In particolare l’estensione dal 1° al 20 gennaio della caccia alla beccaccia, dal 21 al 31 gennaio al tordo sassello e l’esercizio venatorio da appostamento a meno di 500 metri da zone umide frequentate da uccelli acquatici.
Questa attività venatoria provocherà grave danno a tutte le specie in cova, indipendentemente dal fatto che siano o meno cacciabili, perché gli animali non possono sapere se la fucilata è o meno diretta contro di loro; e fuggono precipitosamente dal nido lasciandolo sguarnito per molte ore.
L’Enpa teme che si ripetano gli abbattimenti degli anni passati in questo periodo particolarmente critico per la fauna; e non si tratta di piccoli numeri se si pensa che, annualmente, sono circa 50.000 gli uccelli migratori uccisi in provincia.