“Le osservazioni contenute nel report di Legambiente sono in gran parte infondate perché sono stati ignorati o interpretati male i dati forniti da Regione Liguria. Non si comprende l’uso politico di dati precisi e verificabili”.
Lo ha dichiarato ieri l’assessore regionale ai Trasporti Gianni Berrino (FdI) replicando alle critiche al servizio di trasporto ferroviario regionale in Liguria diffuse nel report nazionale dell’associazione ambientalista.
“Il parco mezzi verrà rinnovato completamente – ha spiegato Berrino – l’ultimo contratto di servizio è stato costruito su questo obiettivo prioritario. La Liguria avrà il parco treni più nuovo d’Europa nel 2023: 48 treni nuovi con una media per convoglio di 4,5 anni. Di questi, 5 sono già stati consegnati e rispondono pienamente alle esigenze dell’utenza. Le rastrelliere portabici verranno aggiunte, come è previsto fin dall’acquisizione dei mezzi.
Il provvedimento di riduzione al 70% del servizio sulle linee interne interessate dalle precipitazioni nevose è doverosa prevenzione che ha dimostrato di essere opportuna ed efficace già la settimana scorsa, nella prima allerta per neve dell’anno.
Tenere i binari liberi in queste circostanze consente di gestire i ritardi dei treni provenienti da nord, senza accumularne di ulteriori o riducendoli significativamente, di recuperare eventuali convogli bloccati sulla linea e limitare il blocco dei passeggeri a bordo.
Non c’era nessuna ragione per non reiterare il provvedimento anche in occasione dell’allerta di questi giorni, di pari livello e di uguale rischio. È talmente valido questo schema che anche Amt ha applicato un provvedimento analogo per il trasporto urbano su gomma.
Non è vero che Regione Liguria non mette risorse significative sul trasporto locale. Nel 2018 ha aggiunto 17 milioni alla quota del fondo nazionale per i trasporti e nel 2019 è previsto uno stanziamento più o meno uguale.
In generale, l’impegno di Regione Liguria è cresciuto negli anni a partire dal 2010 per compensare i minori trasferimenti statali e dal 2015 è ulteriormente aumentato, come a Legambiente dovrebbe risultare dal questionario inviato per il rapporto Pendolaria, al quale Regione Liguria ha risposto nel novembre scorso. In particolare, si è passati da un impegno di 7,7 milioni nel 2010 a 13,3 milioni nel 2013, 13,8 nel 2014, 13,9 nel 2015, 16,6 nel 2016, 16,9 nel 2017″.
Per quanto riguarda il prezzo dei biglietti, il primo aumento dal 2014 è stato deliberato nel 2017 nella misura di un 3% che ha compensato in parte l’inflazione. Non sono in previsione, per il momento e sicuramente fino alla fine del 2020, altri rincari delle tariffe.
Una politica decisamente a tutela dei viaggiatori, pendolari e non, a cui non corrisponde, come sostiene Legambiente, la ‘beffa’ del servizio più lento d’Italia: occorre ricordare che il servizio di trasporto ferroviario in Liguria è mediamente più lento per ragioni strutturali, che nulla dicono sull’efficienza.
La ferrovia ha una notevole capillarità sul territorio, con una stazione ogni 2,5 km e una velocità conseguente di 42 km orari contro i 60 del resto d’Italia. Il servizio in Liguria ha queste caratteristiche per ragioni storiche, di conformazione del territorio e non per presunti disservizi o disottimizzazioni”.