Il pg Pier Carlo Di Gennaro oggi ha chiesto ai giudici d’appello di confermare l’assoluzione per l’ex assessora regionale alla Protezione civile e attuale deputata del Pd Raffaella Paita, imputata per disastro e omicidio colposo nel processo sull’alluvione del 2014, quando il torrente Bisagno esondò provocando milioni di danni e uccidendo l’ex infermiere Antonio Campanella.
Invece, secondo il procuratore della Repubblica Francesco Cozzi e la pm Gabriella Dotto, che avevano impugnato l’assoluzione di primo grado, l’imputata “sapeva delle carenze dell’apparato amministrativo più volte prospettate dalla dirigente Gabriella Minervini”.
A fronte “della consapevolezza delle carenze dell’apparato amministrativo” e “del quadro meteo allarmante già dal giorno precedente, l’ex assessore avrebbe dovuto prendere in mano le redini” e “intervenire perché rientra tra gli obblighi del ruolo di garanzia del politico”.
Se si fossero attivati tutti gli organismi e organi previsti dalla legge “ci sarebbe stato un allertamento della popolazione che avrebbe potuto attutire i danni”.
Raffaella Paita aveva chiesto e ottenuto di essere processata con rito abbreviato.
Il processo alla dirigente regionale Gabriella MInervini, che non aveva scelto il rito abbreviato, è ancora nella fase di dibattimento.