“Disse a mio marito che se lo avesse aiutato gli avrebbe fatto arrivare 100mila euro da Castel Volturno. Gli rivelò di essere un referente della mafia nigeriana a Macerata e di appartenere a un gruppo criminale chiamato Black Cats. Gli fece vedere dei segni incisi sull’addome, simbolo di affiliazione a questa organizzazione criminale nigeriana. Voleva entrare in affari con mio marito.
In carcere aveva molta disponibilità economica. Gli disse che il suo ruolo all’interno della mafia nigeriana era quello di trovare case per ospitare ragazze da avviare alla prostituzione e di gestire traffici di droga.
Il punto di snodo di arrivi e partenze è Castel Volturno. Per far arrivare le ragazze la mafia nigeriana ha appoggi importanti in Libia. Gli disse anche che lui era ritenuto insospettabile in quanto compagno di una ragazza italiana.
Da quando mio marito ha iniziato a collaborare io ho paura. Ho chiesto a mio marito di non collaborare più”.
E’ l’intervista-scoop concessa ieri dalla moglie di un collaboratore di giustizia alla trasmissione di Rai Uno “Storie italiane” a un anno dalla scomparsa di Pamela Matropietro a Macerata, che a soli 18 anni era stata fatta a pezzi.
Secondo quanto dichiarato dalla donna, il marito ha riferito i fatti agli inquirenti ma le sconvolgenti informazioni finora non erano mai trapelate dal “muro di gomma” della procura.
Non è tutto. Perché ormai, sempre secondo le dichiarazioni della moglie del pentito trasmesse su Rai Uno, risulta nota anche la dinamica che ha portato alla morte della povera Pamela.
“Il giorno in cui se ne andò dalla comunità – ha aggunto – Pamela pagò la droga a Desmond Lucky con una collanina d’argento che le aveva regalato la mamma, Oseghale le diede due euro per comprare la siringa. Andarono al supermercato e poi a casa di Oseghale.
Desmond voleva un rapporto (sessuale) con Pamela e Oseghale, ma Pamela seppur sotto l’effetto della droga rifiutò. Si alzò dal divano e respinse Desmond, lui le diede uno schiaffo e Pamela cadde vicino al seggiolone della figlia di Oseghale battendo la testa.
Desmond allora se ne andò. Oseghale le gettò dell’acqua in faccia per cercare di risvegliarla. A quel punto la spogliò e abusò di lei.
Quando Pamela si riprese minacciò di chiamare la polizia e si avvicinò alla porta per scappare e cercare di difendersi graffiando Oseghale al collo. Oseghale in preda alla rabbia accoltellò Pamela, la lasciò che stava malissimo e in preda alla paura uscì per cercare Desmond.
Voleva farsi aiutare ma Desmond si rifiutò. Oseghale tornò a casa convinto che Pamela fosse morta. Quando si accorse che non era così, la colpì di nuovo e poi iniziò a sezionarne il corpo per poi nasconderlo in due valigie”.
Ecco il link del video completo dell’intervista pubblicata dalla Rai
Nei giorni scorsi il legale della famiglia Mastropietro, Marco Valerio Verni, intervistato dall’agenzia Adnkronos, aveva riferito di avere già chiesto agli inquirenti di indagare sulla “presenza della mafia nigeriana nelle Marche” anche attraverso il contributo della Direzione distrettuale antimafia.