“A Genova, sabato scorso, un senegalese fermato mentre tentava di vendere delle calamite ai turisti, in zona Porto Antico, inseguito dai vigili, cade privo di sensi. Gli altri ambulanti preoccupati per la salute del venditore steso a terra protestano perché per diversi minuti gli vengono negati, dalle Forze dell’ordine, i soccorsi più elementari che, delle persone, tra cui un dottore, volevano fornire”.
Comincia così il post pubblicato l’altro giorno su fb dai responsabili dell’Associazione antirazzista interetnica “3 febbraio”, che hanno espresso solidarietà al venditore ambulante abusivo preso dai cantuné al Porto Antico.
Agenti Polizia Locale aggrediti da abusivi senegalesi. Carratù e Olivieri: Daspo urbano
Si tratta di una zona in cui svolgono la loro illecita attività spacciatori di droga e venditori abusivi, spesso irregolari in Italia e mai rimpatriati, per cui residenti e commercianti hanno chiesto più volte l’intervento delle Forze dell’ordine.
Nella quotidiana lotta all’illegalità, in genere Carabinieri e Polizia intervengono per i primi, mentre la Polizia Locale per i secondi.
Il 21enne africano ha riferito di essere andato a sbattere contro un palo della segnaletica da solo, mentre scappava dai cantuné.
Tuttavia, dopo le polemiche e il post su fb dell’Associazione antirazzista interetnica, oggi al quotidiano Repubblica ha precisato che uno degli agenti gli avrebbe dato un calcio nel tentativo di acchiapparlo: “Stavo correndo, mi hanno tirato un calcio. Sono caduto e ho battuto la testa contro un palo”.
“Il ragazzo – hanno aggiunto gli attivisti antirazzisti nel post su fb – è arrivato all’ospedale ancora in stato di incoscienza ed è stato accolto in codice rosso al Galliera dove poi è ritornato vigile e gli è stato riscontrato un trauma cranico. Ad oggi (lunedì scorso, ndr) è ancora sotto osservazione.
San Ferdinando in Calabria, muore un ragazzo senegalese in un incendio alla baraccopoli dove precedenti incendi avevano già causato due vittime.
Napoli, in un incendio doloso rischia di morire soffocata una famiglia di nigeriani, abitanti della casa colpita.
Che cosa hanno in comune questi tre episodi drammatici avvenuti nel giro di pochi giorni?
Le vittime sono sempre degli immigrati, certo ma non è tutto.
L’accanimento e l’ostilità dei vigili a Genova, l’ipocrisia di tutte le istituzioni calabresi che sanno benissimo quali condizioni di sfruttamento drammatiche sono costretti a subire gli immigrati che lavorano in quella zona, la cattiveria del branco di criminali responsabile dell’incendio a Napoli evidenziano ai nostri occhi una perdita di umanità che si sta diffondendo nella società.
Una disumanità quotidiana e crescente. Certamente trova nel nuovo governo terreno molto fertile.
Salvini-Di Maio sono diversamente esemplari nel fomentare odio, cattiveria, discriminazioni, esclusione sociale ma, è da anni, nella società che si stanno diffondendo questi veleni, questi disvalori.
Sono esseri umani provenienti da ogni settore della società ad incarnarli e diffonderli. Sono spesso persone (soprattutto maschi), per varie ragioni frustrate nella vita, incattivite, impaurite, indifferenti, egoiste.
Eppure a Genova alla manifestazione del 26 gennaio ci siamo schierati contro il razzismo, la Legge Salvini e per l’accoglienza umana agli immigrati.
Così come eravamo in tanti ad essere presenti alla cerimonia funebre di Jerry Prince, suicidatosi pochi giorni fa.
Abbiamo condiviso un dolore e gli occhi, sguardi e volti esprimevano un’altra umanità. Un’umanità solidale.
Possiamo incontrarci e condividere anche la gioia di sentirci, essere, diventare, ed aiutare altri ad esserlo, persone altruiste, generose, solidali.
Possiamo unirci, consapevoli che vivere da persone solidali ci permette di affrontare meglio tante esigenze e problemi, è più utile e, soprattutto ci fa sentire meglio.
È una scelta che possiamo compiere liberamente, assieme. Una scelta urgente, possibile e necessaria. Chi ha a cuore l’umanità si schieri”.