Il poliziotto che uccise Jefferson Tomalà, l’ecuadoriano 22enne, durante un intervento nel quale il giovane accoltellò un collega nella sua abitazione di Genova nel giugno 2018 dovrà essere processato.
A deciderlo il gip Franca Borzone che ha respinto la richiesta di archiviazione della procura disponendo l’imputazione coatta. L’agente aveva sparato sei colpi contro il giovane per difendere il collega che era stato ferito a coltellate da Tomalà.
Secondo il giudice, però, anche se c’era un pericolo, il poliziotto non avrebbe dovuto sparare così tanti colpi.
Il giorno in cui Tomalà venne ucciso, le volanti erano intervenute nell’appartamento di via Borzoli dopo che la madre del ragazzo aveva chiamato il 112 chiedendo un medico perché il figlio aveva un coltello e minacciava di farsi del male. Gli agenti erano intervenuti provando a convincerlo a posare l’arma, ma non c’erano riusciti, anzi.
Jefferson Tomalà invece di lasciare il coltello aveva aggredito i due agenti, ferendone uno in modo grave. Il collega, a quel punto, aveva sparato.
Alcuni giorni dopo il ministro dell’Interno Matteo Salvini era andato in ospedale a trovare il poliziotto ferito.
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