Si può ben affermare che la “parola”, nelle sue componenti espressive, è il mezzo sociale cardine da cui desumere fattivamente la con-sonanza (o la dis-sonanza) tra interlocutori.
In base alle modalità con cui la “parola” si esplica nelle relazioni sociali, è conseguente che taluni interlocutori risultino da subito sim-patici e talaltri, al contrario, anti-patici. In ciò trascurando una terza possibilità, enucleata dal numero di coloro che, nel transito mondano, lasciano un’orma indifferente.
Sia come sia, è in-sensato correlare, per esempio, la categoria degli “antipatici a pelle” con il riscontrare tale peculiarità mediante il pre-giudizio personale. Tuttavia, è nell’ immediatezza dell’intuizione, tutt’altro che superficiale ed ingannevole, che può rivelarsi tale tipologia di appartenenza.
Nel citare Swedenborg, per il quale “in Paradiso, le distanze non sono fisiche ma per gradi di simpatia” e Wilde, per cui “solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”, mi soffermo su un fenomeno che trova una sua naturale giustificazione nella personale sensitività.
Validare epidermiche sensazioni consta nel ridestare dinamiche profonde, che il solo senso della vista, come usuale organo d’attacco nei rapporti umani, non sempre riesce a connotare: talmente avvezzo a notare cose ed a trascurarne altre da richiamare il motto “essere più attento al lucignolo che all’olio”.
L’udito, tra i sensi, può contribuire, con i propri indizi, al disvelamento della parola, laddove ci induce vibrazioni che, come nel diapason, possono mettere in risonanza gli interlocutori.
Queste vibrazioni e queste risonanze erigono o demoliscono il muro invisibile tra le persone.
A prescindere dalle circostanze ordinarie, che talvolta richiedono un accomodamento anche tra parti tra loro respingenti, in tutte le altre occasioni, la simpatia quanto l’antipatia, sotto forma di epidermiche sensazioni, molto narrano di noi stessi e dei nostri interlocutori, creando o meno i presupposti nelle relazioni.
In ogni comunicazione, antipatia e simpatia sono una variabile meritevole di immediata considerazione, giacché rende inessenziale la sospensione di una decisione, quando si mostra da subito decidibile.
Massimiliano Barbin Bertorelli