Il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di La Spezia ha organizzato, lunedi 15 scorso, un seminario dal titolo “Tecniche di contrasto all’incendio in ambienti confinati“.
Relatore è stato Luca Parisi, vigile coordinatore in servizio al Comando VV.F. di Trento, esperto nazionale, istruttore e formatore di CFBT (Compartment Fire Behaviour Training), ovvero l’addestramento al comportamento in incendi in ambiente chiuso.
Notoriamente l’incendio che si sviluppa in un ambiente confinato, che può essere un appartamento, un capannone, un negozio, un container, e quant’altro ad essi assimilabile, presenta oggettive difficoltà di varia natura per i Vigili del Fuoco che sono chiamati ad intervenire.
Il comportamento stesso del fuoco; lo sviluppo di fumi caldi i quali spostandosi per i moti convettivi possono diventare a loro volta innesco di incendio in altri ambienti; la presenza di persone all’interno; l’altezza da terra, nel caso di un edificio; di questi e altri aspetti di natura più tecnica i Vigili del Fuoco devono tenere conto quando intervengono per questo tipo di intervento, naturalmente salvaguardando la propria incolumità garantendo al contempo la propria e l’altrui sicurezza.
Durante lo svolgimento del seminario si è evidenziato come l’arredamento abbia modificato, negli anni, lo sviluppo dell’incendio all’interno di un appartamento: due filmati in simultanea, uno con arredamento tipico degli anni ’50, uno con arredamento moderno; calcolando il tempo che passa dall’inizio dell’incendio alla fase di “flashover” (termine usato per indicare l’incendio generalizzato, ossia che sta bruciando tutto il materiale combustibile) nel primo caso occorrono circa 30 minuti, mentre nel secondo ne bastano “solo” 4, a causa dei diversi materiali impiegati: legno nel passato, derivati del petrolio oggi.
Ampio spazio è stato dato all’argomento delle operazioni di estinzione dell’incendio in ambiente confinato, illustrando approfonditamente le recenti tecniche che sfruttano anche la ventilazione offerta da potenti motoventilatori, in dotazione al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, in ausilio ai classici estinguenti quali acqua, polvere e schiuma.
Un altro aspetto affrontato è stato quello della contaminazione degli operatori: se ormai da anni si presta attenzione alla protezione delle vie aeree quando si opera in ambienti ostili, impiegando gli autoprotettori (sistema costituito da bombola di aria e maschera facciale), gli ultimi studi hanno dimostrato come i residui della combustione, specialmente se di natura legnosa, transitino nell’organismo attraverso la pelle, nonostante l’uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale).
Il Comando VV.F. di Trento ha allestito un simulatore di incendio in ambiente confinato alimentato a legna, per poter svolgere attività addestrativa mirata allo spegnimento di questa tipologia di intervento.
Il Comando VV.F. spezzino, peraltro, è da sempre sensibile a queste tematiche, anche in virtù del fatto che presso di esso è allocato uno dei quattro simulacri impiegati per lo svolgimento dei numerosi corsi di antincendio navale; gli altri sono ubicati a Roma, Brindisi e Gioia Tauro (RC).
La struttura, che ricorda nelle sembianze una nave, permette al personale di affrontare tutte le situazioni di fronte alle quali si potrebbe trovare in caso di incendio a bordo, ma anche più genericamente in un ambiente confinato. Alimentato a GPL, al suo interno si ricreano incendi e comportamenti del fuoco, con temperature che possono raggiungere i 650 C°, permettendo agli operatori di conoscerli e imparare ad affrontarli in sicurezza e con efficacia.
Link utili per l’approfondimento: https://cfbt-it.org/author/luparisi/