Lega primo partito (27-31%) e testa a testa tra M5s e Pd. FI tiene e FdI dovrebbe la soglia del 4% per entrare in Europa.
Sono i primi risultati degli exit poll, diffusi dopo la chiusura dei seggi (si votava fino alle 23).
“Una sola parola: Grazie Italia!” e la bandiera italiana.
E’ il commento pubblicato poco dopo le 23 su fb dal ministro dell’Interno e segretario federale della Lega, Matteo Salvini.
“Importa relativamente se saremo al 30 o 31% – ha spiegato il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari – perché un anno fa eravamo al 17%.
In ogni caso, è un risultato storico. Per la prima volta la Lega è diventata il primo partito in Italia”.
“Il Pd – ha sottolineato l’ex ministro spezzino Andrea Orlando – c’è, è in campo, è la forza sulla quale costruire l’alternativa”.
Secondo i primi exit poll di Opinio per la Rai, la Lega risulta tra il 27 e il 31%, il Pd tra il 21 e il 25%; M5S tra il 18,5 e il 22,5%, FI tra l’8% e il 12% e FdI tra il 5 e il 7%.
Secondo il multi poll realizzato da Swg per La 7 per le Europee, la Lega è il primo partito in una forbice tra 26,5% e 29,5%. Il Pd è tra 21% e 24%, il M5S è al 20%-23%, FI è tra 9 e 11% e FdI è tra il 5% e il 7%.
Tra i partiti minori, +Europa-Italia in Comune-Pde è in una forbice tra il 2,5 e il 3,5, La Sinistra si colloca in una forchetta tra il 2 e il 3%, Europa Verde è in una forchetta compresa tra 1,5 e il 2,5%. Gli altri partiti si collocano tra il 4 e il 5%.
Secondo il primo instant poll di Quorum/Youtrend per SkyTg24 per le Europee 2019, la Lega è il primo partito al 27-30%, segue il Pd al 21,5-24,5%, terzo il M5S al 20-23% e poi FI al 9-11%.
In Francia exploit di Marine Le Pen (24%) che con il suo partito avrebbe superato quello di Emmanuel Macron (22,5%). La leader della destra transalpina avrebbe già chiesto lo scioglimento dell’Assemblea francese per poi tornare alle elezioni nazionali.
L’affluenza al voto non solo è stata la più alta negli ultimi venti anni, superiore al 50% nella media europea, ma segna anche un’inversione di tendenza rispetto al costante calo nella partecipazione che andava avanti dal 1979.
Al Parlamento Europeo, popolari e socialisti dovrebbero perdere la maggioranza che finora ha retto gli equilibri in Europa. Per loro, un duro colpo.
Tuttavia, manterrebbero ancora il controllo se cooptassero i liberali e forse anche i Verdi, che potrebbero far pesare in Europa i nuovi consensi conquistati in Germania.
Un’ipotesi che è contrapposta a quella del gruppo sovranista, tenendo conto che il presidente Viktor Orban avrebbe stravinto (56%) in Ungheria ed è stato sospeso dal Ppe.