GENOVA. 22 GIUG. Si sono svolti ieri a Torino nella Chiesa della Santissima Annunziata i funerali di Giulio Ometto, uno dei più grandi personaggi del mondo dell’ Antiquariato e dell’ Arte del secondo Novecento italiano.
Il presidente della Fondazione e del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto aveva 76 anni. Appassionato collezionista e valente antiquario, fu collaboratore di fiducia di Pietro Accorsi, che nel 1956 acquistò la Domus Padi, lo splendido palazzo torinese che ha poi preso il suo nome. Accorsi decise di utilizzare la parte storica dell’edificio come abitazione e galleria d’arte. Alla morte di Accorsi, avvenuta nel 1982, per sua volontà venne costituita la Fondazione Pietro Accorsi, della quale Giulio Ometto divenne presidente a vita.
Nel 1999 venne inaugurato il Museo Accorsi-Ometto visitato ogni anno da migliaia di appassionati d’arte e che accoglie importanti collezioni.
Nato nel 1942 a Legnano Giulio Ometto ha vissuto con la famiglia a Bra, Diplomatosi all’ Istituto tecnico industriale di Savigliano, completò gli studi a Torino. Malgrado la formazione tecnica, Ometto da sempre coltivò l’amore per il bello e l’interesse per l’arte. L’ incontro con Pietro Accorsi avvenne nel 1963 in occasione della grande mostra dedicata al Barocco Piemontese. Dopo la morte di Accorsi, Giulio Ometto diresse i lavori di restauro del Palazzo che terminarono con l’ inaugurazione del Museo di Arti Decorative.
“Giulio Ometto- ci spiega Adalberto Guzzinati, noto critico d’arte e giornalista- era un innamorato del bello e di Torino. Non solo con le sue capacità ed intuizioni ha saputo rendere fruibile al pubblico il patrimonio artistico lasciato da Accorsi, ma anche è stato un valido mecenate e collezionista, capace di nuove importanti acquisizioni, attivo promotore ed organizzatore di eventi, iniziative e mostre che hanno fatto conoscere le bellezze di Torino, le collezioni presenti nel palazzo, mantenendo sempre vivo il ricordo di ciò che seppero fare insieme due grandi appassionati d’arte come Accorsi ed Ometto”.
La nostra redazione si unisce al dolore del fratello Narciso, dei parenti, dei nipoti Ometto, Burdese e Torto con le proprie famiglie, degli amici e collaboratori della Fondazione, per la perdita di una così grande e cara persona.
CLAUDIO ALMANZI