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Greg Lake: il gentiluomo che cantava e suonava il rock

Greg Lake: il gentiluomo che cantava e suonava il rock

Greg Lake, è stato uno dei migliori musicisti e cantanti rock.  La sua bravura si dimostra nell’oggettiva difficoltà tecnica: mentre eseguiva una linea melodica con la voce suonava la chitarra basso accompagnando il canto. Anche in questa particolare difficoltà il suo innato talento lo mette sul piedistallo dei grandi del Rock.

Greg Lake, è protagonista della stagione del rock progressive, ovvero l’età adulta del rock coincisa con gli anni Settanta, quando per esprimersi in musica la canzone finì fatalmente per inseguire suggestioni jazzistiche, sinfoniche o addirittura operistiche.

Robert Fripp e Greg Lake frequentavano lo stesso maestro di chitarra che a lungo provò ad indirizzarli alla musica classica. Ma il Regno Unito dell’epoca ribolliva di umori blues e rock and roll. «Sono orgoglioso di essere stato influenzato da gente con Elvis e Little Richard così come da compositori come Copland e Prokofiev», dirà un giorno Greg.

Nel novembre del 1968, dopo la fine del progetto Giles, Giles & Fripp che aveva portato a un disco di scarsa presa sul pubblico, è Fripp a spingerlo dalla chitarra al basso per la sua nuova band, i King Crimson appunto, dove Lake avrà anche il compito di cantare.

Un anno più tardi ne uscirà fuori «In the Court of the Crimson King», album manifesto del progressive con cinque lunghi pezzi che incrociano influenze classiche, suggestioni hard & heavy rock, passaggi strumentali all’insegna del più sfrenato virtuosismo, testi spesso esoterici. Lake ha militato in due band fondamentali del genere, King Crimson ed Emerson Lake & Palmer.

Per capire da dove veniva questo gentiluomo inglese che mai si arrese all’idea che il rock fosse una musica «popolare», bisogna riavvolgere il nastro fino alla fine degli anni Cinquanta, quando incontrò Robert Fripp, futuro ideologo dei Crimson.

Durante il primo tour negli Usa che vede i Crimson dividere i palchi con i Nice, Lake stringe amicizia con il tastierista della band, Keith Emerson. Contattato il batterista Carl Palmer (già con gli Atomic Rooster e The crazy world of Arthur Brown), i tre nel 1970 formano il power trio Emerson, Lake & Palmer, dove Lake può dar sfogo al suo talento di musicista suonando insieme chitarra e basso oltre a cantare. Ma Fripp non vuole saperne di rinunciare al contributo dell’amico d’infanzia e, per il secondo album dei Crimson «In the Wake of Poseidon», gli chiede di cantare.

Il nuovo trio si esibisce con notevoli riscontri nell’agosto 1970 al festival dell’isola di Wight. Segue il debutto omonimo, con richiami a Bartok e Bach, trova posto una ballata acustica scritta proprio da Lake, «Lucky man», che diventerà il titolo dell’autobiografia del musicista. Seguono nella prima metà dei Settanta dischi difficilissimi eppure fortunatissimi «Tarkus», «Pictures at an exhibition», «Trilogy», «Brain salad surgery» e monumentali tour negli stadi. Il trio riscontra maggiore successo in l’Italia, seconda patria del progressive dopo la Gran Bretagna, grazie a band come Pfm, Area, Orme e Banco del Mutuo Soccorso.

Lake vedrà la sua stella eclissarsi con l’avvento del punk e dello slogan di Johnny Rotten («I hate Pink Floyd»). Il mondo Rock era la consapevole che era ormai acqua passata quegli anni Settanta in cui tutto sembrava possibile. Anche suonare il basso, cantare e vendere più di 48 milioni di dischi da un capo all’altro del pianeta, non era più apprezzato.

Anche Lake n’è andato a 69 anni, seguendo di pochi mesi Keith Emerson che con lui condivise quest’ultima esperienza, toltosi la vita con un colpo di pistola. Questa è la realtà che cancella anche gli artisti ma per noi c’è la speranza che Greg Lake non sia mai dimenticato. ABov

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