Dal 8 al 10 luglio 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso i Nuclei SDAI, Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi, della Spezia e di Taranto hanno condotto due delicate operazioni subacquee rispettivamente all’isola del Tino, nel comune di Porto Venere, e nel Mar Piccolo a Taranto, per neutralizzare la minaccia rappresentata da diversi ordigni esplosivi rinvenuti dagli stessi palombari durante lo svolgimento delle proprie attività d’istituto.
Lo scorso 5 luglio, alla Spezia, durante un’attività d’immersione organizzata dagli istruttori della Scuola Subacquei nell’ambito dei piani degli studi dei corsi svolti da Comsubin, sono stati individuati due proiettili d’artiglieria da 155 mm, che si trovavano alla profondità di 12 metri di fronte al canale tra le isole del Tino e del Tinetto. Avvisata la Capitaneria di Porto della Spezia, è stata immediatamente interdetta la navigazione nell’area e, informata la locale Prefettura del rinvenimento, è stato richiesto un intervento d’urgenza al Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin.
Allo scopo di svolgere le operazioni di bonifica con il minor traffico d’imbarcazioni possibile, l’intervento è stato condotto questa mattina ed ha visto i Palombari del Nucleo SDAI della Spezia rimuovere i due proiettili dal fondo, rimorchiarli a distanza in una zona di sicurezza individuata dalla locale Autorità Marittima e distruggerli seguendo le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino.
A Taranto, durante un’ispezione subacquea ad una boa posizionata nel Mar Piccolo effettuata il 4 luglio, i palombari del Nucleo SDAI hanno individuato 2 spolette per bombe d’aereo, 1 proiettile da 105 mm e 1 bomba d’aereo da 500 libbre. Avvisata la locale Capitaneria di Porto e la Prefettura di Taranto, anche in questo caso gli ordigni sono stati rimossi e distrutti l’8 luglio secondo tecniche previste per non arrecare danno al mare.
Gli operatori del GOS vogliono ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti che per forme e dimensione possano ricordare un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare.
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 18.812 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 12.961 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.