Nella suggestiva cornice del Teatro del Mare, al Porto Antico di Genova, si è svolto un evento che a Genova non richiamava un così folto ed eterogeneo pubblico da diverso tempo.
Un’anticipazione del Goa Boa Music Festival che ha visto riuniti appassionati di tutte le età, dai fans di vecchia data del celebre gruppo, ai più giovani che hanno manifestato vivo interesse per una delle massime espressioni musicali del nostro tempo.
Con mezzo secolo di successi alle spalle, i Jethro Tull esordirono il 2 febbraio 1968 al Marquee Club di Londra, vero e proprio tempio riconosciuto del Rock più sopraffino, affermandosi come una delle band simbolo del genere “progressive” di ogni tempo, con brani come “Locomotive Breath”, “Thick as a brick”, “Too Old to Rock and Roll”, la indimenticabile “Aqualung” e numerosi altri.
Una formazione ideale per il tour 2019, con l’immortale folletto, polistrumentista e front man, Ian Anderson; la chitarra elettrica di Florian Opahle; il basso di David Goodier; la batteria e percussioni di Scott Hammond e la tastiera di John O’Hara, che hanno coinvolto gli spettatori, i quali, a stento, sono riusciti a stare seduti, in un susseguirsi di perfezioni musicali e controtempi sapientemente distribuiti sul pentagramma.
Concerto dopo concerto, i Jethro Tull rimangono ambasciatori della musica per la pace, con un nome che, forse non molti sanno, è ispirato all’inventore della prima seminatrice meccanica, agronomo e inventore, nonché pioniere della moderna agricoltura. Un nome che, come lo stesso Ian Anderson dichiara, non fu una sua scelta, ma fu quasi casuale, poiché agli esordi il gruppo stentava a ottenere ingaggi.
Nel mondo è ormai noto come “il pifferaio magico”, oggi 70enne che, pur diverso nel’aspetto esteriore da quando si esibiva con la criniera ispida, barba lunga e tradizionale tartan scozzese, riesce ancora a incantare come vero e proprio genio poliedrico, sempre accompagnato dal flauto traverso e passando con estrema naturalezza alla chitarra folk, all’armonica a bocca e ad altre espressioni musicali, a 360 gradi, accompagnato da musicisti che si incastrano l’uno con l’altro a formare un perfetto puzzle multicolore di virtuosismi ed espressioni che accarezzano e trascinano la fantasia e l’immaginazione. A vederli, sembra quasi che sia una cosa facile…
Roberto Roggero