ROMA Giornata decisiva per il Governo. Oggi pomeriggio alle 15 sono attese le comunicazioni di Giuseppe Conte in Senato. Il presidente del Consiglio ha promesso una crisi “trasparente” e in questi giorni ha scritto diverse lettere accusando Matteo Salvini di slealtà istituzionale.
Matteo Renzi ha fatto sapere nella serata di ieri che il Partito Democratico voterà la sfiducia al governo mentre il M5S rinnegava il presunto accordo con i dem: “È una bufala della Lega”, ha detto Di Maio durante l’assemblea, durata oltre tre ore, dei pentastellati. E ha aggiunto: “Salvini ha combinato un disastro”, scrivendo una lettera aperta di sostegno a Conte.
Non sono ancora chiare le mosse del leader della Lega, che ha replicato: “L’unico disastro sono i renziani che non vogliono il voto”. Ecco nel dettaglio la timeline della giornata politica.
Oggi alle ore 15 Conte si presenterà in Senato per rendere delle comunicazioni come da lui richiesto dopo l’annuncio della mozione di sfiducia da parte della Lega (l’Aula della Camera è invece pronta ad ascoltare Conte domani 21 agosto alle 11:30). L’ordine del giorno è il seguente: “Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Subito prima della seduta odierna, alle 14.30, si è tenuta la Conferenza dei Capigruppo che deve stabilire i tempi e le modalità del dibattito successivo alle comunicazioni del Presidente del Consiglio: in questa occasione sarà possibile presentare risoluzioni.
Dopo che Conte avrà esposto la sua linea, comincerà il dibattito e si giungerà al voto sulle risoluzioni. Non si tratta di un voto di fiducia, a meno che non sia il premier stesso a chiederla. Risoluzioni a favore o contro il Governo potrebbero arrivare dalle forze politiche tramite i Capigruppo che sono iscritti a parlare.
L’intervento più atteso è quello del segretario della Lega Matteo Salvini che, in mattinata, ha fatto sapere di attendere le parole di Conte per decidere la posizione da prendere. Intanto, la Lega ha pronta – anche se non ancora formalizzata – una mozione di sfiducia.
Il Presidente del Consiglio ha davanti a sé due opzioni: Conte attende il voto e solo dopo decide il da farsi. Conte non attende il voto e va direttamente al Colle del Quirinale per dare le dimissioni. A quel punto Sergio Mattarella avvierebbe un rapido giro di consultazioni, iniziando con il Presidente Emerito Giorgio Napolitano, i Presidenti delle Camere e i rappresentanti dei gruppi parlamentari
E nei giorni successivi? Giovedì 22 agosto la Camera si riunirà per votare la riforma sul taglio dei parlamentari, ma nel caso in cui Conte si sia dimesso (e, quindi, con un governo dimissionario) il lavoro delle Camere si bloccherà. In caso di dimissioni di Conte, inoltre, il 22 potrebbe essere anche il giorno in cui iniziano le consultazioni al Colle.
Marcello Di Meglio