IC di Sestri Ponente a Genova. Un gruppo di genitori nei giorni scorsi ha denunciato “una grave carenza d’organico sta mettendo in seria difficoltà famiglie ed insegnanti, tanto che, ad anno scolastico ormai avviato, non si è ancora in grado di garantire il normale svolgimento dell’attività didattica, per almeno quindici giorni“.
Lo scorso 6 settembre, a soli dieci giorni dall’inizio della scuola, è stato convocato d’urgenza un consiglio straordinario d’istituto, durante il quale è stato chiesto di votare per limitare l’attività didattica all’orario antimeridiano.
“Rinunciare – hanno aggiunto i genitori – al tempo pieno per due settimane, avrebbe infatti permesso di garantire la copertura di insegnanti e personale ATA per mezza giornata a tutti i plessi; diversamente esisteva il serio rischio che alcuni plessi non potessero nemmeno aprire, e che, nei rimanenti, i bambini fossero costretti ad essere sballottati da una classe all’altra, con problemi di sicurezza e sorveglianza.
In questo quadro, già di per sé complicato, si inseriscono inoltre i gravi disagi a carico dei bambini con vari gradi di disabilità, ai quali non è garantita la presenza degli insegnanti di sostegno.
A complicare le cose, il fatto che molte fra le maestre convocate abbiano fatto richiesta di part-time, andando ad aggravare una situazione già allo stremo.
I genitori sono dunque stati messi con le spalle al muro, costretti in emergenza ad una votazione difficile, che includeva l’assunzione di una responsabilità che sarebbe forse stato opportuno spostare su chi di effettiva competenza, demandando così la scelta pressoché obbligata di votare a favore della mezza giornata.
Per mitigare parzialmente il problema è stato approntato un servizio da parte di una cooperativa per coprire la fascia 12.30/16.30, il cui onere resta però a carico delle famiglie, e copre solo le scuole primarie, mentre le scuole dell’infanzia dell’IC, con circa 200 bambini, non avranno alcun supporto pomeridiano.
“C’è chi ritiene responsabile di tutto ciò – ha spiegato Elio Stanchi, genitore rappresentante della scuola Pezzani – il ministero e l’introduzione di quota 100 senza averne affrontato per tempo le conseguenze.
Chi l’USR che autorizza con estremo ritardo le scuole a nominare docenti, supplenti e bidelli, chi la scuola che non si sarebbe mossa per tempo.
Ognuno scarica la responsabilità sugli altri. Le vittime restano i bambini e le famiglie, a carico delle quali restano le soluzioni a pagamento, con un ipotetico costo di circa 100 euro a bambino. Senza contare che si perderanno 32 ore di tempo scuola per gli allievi”.
“La decisione sul voto di questo provvedimento – ha aggiunto Federico Gaino, membro del CDI – è stata molto combattuta. Da genitori abbiamo cercato il male minore, la soluzione che potesse accontentare il maggior numero di famiglie possibile.
Molti dei genitori presenti si sono astenuti trovandosi in una situazione gravemente controversa. Il voto contrario avrebbe di fatto ignorato le criticità esposte dai docenti che si sarebbero trovati a gestire una situazione a dir poco caotica, ma come genitori è difficile dare il benestare ad una situazione che per quanto indipendente dalla buona volontà del personale docente va a gravare pesantemente sulle famiglie stesse e che si ritiene a prescindere inaccettabile in un paese che pone il diritto allo studio come uno dei diritti costituzionali fondamentali del cittadino”.
Ha spostato invece il focus sulla sicurezza Marco Campagna, anche lui rappresentante dei genitori dell’IC: “Non si può ribaltare il problema della sicurezza sugli organi collegiali della scuola, se lo si fa c’è qualcosa che non sta funzionando”.