Lo scorso 9 agosto, intorno all’una e trenta di notte, due giovani genovesi che viaggiavano su un autobus di linea urbana, dopo aver trascorso una serata a Genova Boccadasse erano stati avvicinati da un nordafricano armato di coltello.
I due erano stati quindi minacciati di morte ed erano stati costretti a consegnare i portafogli.
Successivamente, il malvivente, coadiuvato da una complice, era fuggito indisturbato alla prima fermata utile del bus in piazza Tommaseo.
La donna, durante l’azione criminosa, aveva avuto il compito di tener distratto l’autista del bus Amt che quindi era rimasto ignaro di quanto stava accadendo alle proprie spalle.
Le vittime, il mattino dopo, avevano denunciato i fatti ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova Centro, che avevano avviato le indagini acquisendo le immagini dell’impianto di videosorveglianza installate all’interno del bus e di altre telecamere presenti in zona.
Da un’attenta visione dei filmati, i carabinieri sono così riusciti sull’avambraccio del rapinatore un tatuaggio riportante il nome di un famigliare, grazie al quale sono riusciti a risalire alla sua identità.
Si tratta di un pregiudicato italo-marocchino di 24 anni, nato da genitori nordafricani e residente ad Alessandria, ma di fatto domiciliato a Genova, che è stato arrestato in un alloggio di San Fruttuoso (dove sono stati trovati gli stessi indumenti utilizzati durante la rapina) e rinchiuso nel carcere di Marassi.
I militari hanno anche accertato l’identità della complice italiana di 31 anni, con precedenti specifici per questi reati. La donna è stata denunciata.