Sei persone, accusate di traffico internazionale di stupefacenti, sono state arrestate dagli uomini del Gico, Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata, della Guardia di finanza di Genova nell’ambito dell’operazione ‘Chiamata’, coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti.
Le indagini hanno permesso di scoprire un canale di importazione di cocaina dal Sudamerica destinata al capoluogo ligure.
Dalle indagini è emerso che il principale indagato, un 52enne, a capo di una organizzazione strutturata, era in diretto contatto con i fornitori colombiani e con persone contigue con la criminalità organizzata, questi ultimi finanziatori dell’export della coca.
L’uomo è stato aiutato da alcuni operatori del porto genovese che gli segnalavano l’arrivo delle navi cariche di cocaina e per fare uscire la droga dai container e dal porto.
Per consentire l’operazione è stato impiegato anche un agente sotto copertura.
Gli uomini della Gdf hanno documentato l’acquisto di 125 chili di cocaina.
Oltre al ‘capo’ dell’organizzazione, sono finite in manette altre 4 persone, tra italiani e sudamericani, mentre una quinta persona è ricercata.
Tra le persone arrestate risulta anche Massimo Rocca, portuale e socio della Culmv, condannato un anno fa per un carico di 77 chili di cocaina ritrovati in porto.
L’indagine dal Gico, ai comandi del colonnello Maurizio Cintura, è nata proprio da quell’inchiesta, con le intercettazioni effettuate a Rocca.
I 125 chili di cocaina di cui gli investigatori sentono parlare nelle intercettazioni erano diretti a Marco Maffini, genovese, titolare di un negozio di frutta e verdura, sposato.
Lo stesso Maffini, nelle intercettazioni, sostiene di avere legami con la ‘ndrangheta, organizzazione che in alcuni casi, secondo gli inquirenti, avrebbe finanziato l’acquisto dello stupefacente.
L’uomo sarebbe stato aiutato, oltre che da Rocca, anche da Alberto Pistoia, Giuseppe Briguglio e da Jairo John Ramirez, colombiano residente a Genova, tutti arrestati.
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